“Segno” - LE PAROLE DI BLAST
(Cristina Marchesan)
Su Blast, già in un precedente articolo intitolato “Linguaggio”, abbiamo sfiorato insieme la parola “segno” in relazione alla Lingua dei Segni Italiana (LIS) ed alla sua peculiare utilità tra le persone della comunità sorda segnante. In tale contesto è infatti piuttosto facile intuire come questo modo di comunicare, molto complesso ed allo stesso tempo ricco di sfumature, eserciti un ruolo determinante, proprio attraverso un’elevata precisione comunicativa, consentendo in tal modo di agevolare al meglio le relazioni interpersonali di chi se ne serve.
ALGORITMO CONTROLLO – Imitation of consciousness - Episodio 3
(Tommaso Landi)
I grandi della Terra - Episodio 3
Como, 15 settembre
Completi neri, con qualche eccezione virante al grigio per i più eccentrici, attraversavano la bussola di cristallo e legno dorato, mentre scarpe di Ferragamo, Church’s, o Louis Vuitton, nella scelta delle calzature i grandi della terra erano ancora molto sciovinisti, passavano dal brecciolino scricchiolante del patio alla silenziosa moquette morbida e azzurra dell’atrio come ombre logorate dagli anni e dal potere.
All’interno, le sale della villa con affreschi, specchi e lampadari di cristallo si animavano di sussurri e strette di mano.
Il profumo di caffè si mescolava a sentori di spezie esotiche e bacon fritto ad arte, mentre i primi discorsi, sussurrati e cauti, ronzavano nell’aria.
L’unico valore non replicabile
(Stefano Ricca)
Bancarella di libri usati, Rimini, estate. Prendo un libro che si intitola “Rimini” perché mi sembra una buona ragione. Così scopro Tondelli. E poi, leggendolo negli anni, trovo quella frase che non mi ha più lasciato: “Scrivere significa soprattutto essere sinceri con sé stessi”.
Essere sinceri con sé stessi. Sembra facile, quasi banale. Ma poi ti accorgi che Tondelli e Ghirri – per citare un altro emiliano che sapeva vedere diverso – sono riconoscibili proprio per questo.
LEGGER(MENTE) – LE RECENSIONI DI BLAST - Cosa fare con gli imbecilli
(Chiara Forino)
Leggere apre la mente. E una mente aperta ci aiuta a trovare strade nuove per comprendere la realtà che a volte ci porta ad avere a che fare anche con – piaccia o non piaccia - persone imbecilli.
Chiunque, come lo Stato cantato da De Andrè, davanti all’imbecillità “si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”, ma, forse, un’alternativa c’è!
Non stento a definire questo trattato dal titolo irriverente un manuale di sopravvivenza riservato alle “persone che aspirano a diventare esseri umani compiuti”, ma che si trovano a lottare quotidianamente contro una certa imbecillità che affligge il mondo (e che si nasconde anche in ciascuno di noi).
Buona lettura!