Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia

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Obsolescenza tecnologica, terra perduta e illusioni di progresso

di Gabriele Silva

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Blast
set 20, 2025
∙ A pagamento

In un primo intervento su Blast abbiamo scritto di logistiche. Poi siamo passati ai data center. Due mondi solo all'apparenza lontani: il primo sposta merci, il secondo sposta bit. Ma entrambi condividono lo stesso punto di partenza: il suolo. E lo stesso punto cieco: la sua fine.

Là dove c'era l'erba, ora c'è un capannone. O un parallelepipedo grigio pieno di server. E fin qui, tutto già detto. Ma la domanda che aleggiava nei primi due articoli, ora la mettiamo al centro: e domani, cosa ci sarà?

Cosa succederà quando quelle logistiche non serviranno più? Quando i data center verranno superati da tecnologie più leggere, distribuite, decentralizzate? Cosa ne faremo di quei capannoni, di quelle fondamenta, di quei chilometri quadri di suolo impermeabilizzato?

Benvenuti nel regno dell'obsolescenza. Una parola elegante per dire che tutto invecchia. Anche il progresso.

Obsolescenza tecnologica: che cos'è davvero

L'obsolescenza tecnologica è quel fenomeno per cui un dispositivo, un'infrastruttura o una tecnologia diventano inutili o inefficaci a causa dell'evoluzione del mercato e dell'innovazione. Non perché si rompono, ma perché vengono superati.

Quante volte ci è successo con un telefono, un computer, un software che non si aggiorna più? Ecco, moltiplichiamo questa sensazione per un intero edificio industriale. Per una filiera. Per una struttura pensata per un presente che non ha contemplato il suo stesso futuro.

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