Non è un paper accademico né un documento politico. Il VSME Market Acceptance - Progress Report è stato redatto da EFRAG, l’organismo tecnico europeo che affianca la Commissione UE nella costruzione degli standard di rendicontazione finanziaria e di sostenibilità. È lo stesso soggetto che ha formulato gli ESRS della CSRD e che, con il VSME, ha provato a fare un’operazione diversa: tradurre la sostenibilità in una lingua comprensibile e praticabile per le PMI.
Il senso del documento è allo stesso tempo semplice e ambizioso: non giudicare lo standard, ma misurarne l’accettazione reale nel mercato, pochi mesi dopo la Raccomandazione della Commissione Europea. Per farlo, EFRAG ha interrogato 282 stakeholder - imprese, banche, grandi gruppi, consulenti, associazioni, accademici.
Ed è qui che inizia la parte interessante.
Il VSME è uno standard conosciuto?
Il primo numero colpisce subito: il 95 per cento dei rispondenti conosce il VSME. Un risultato notevole per uno standard “giovane”, non obbligatorio e rivolto alle imprese sotto i 250 dipendenti. La sostenibilità, almeno come concetto, ha smesso di essere una parola esotica.
Eppure, tra conoscenza e adozione c’è uno spazio vuoto. Il motivo non è lo sforzo richiesto. La maggior parte delle imprese che ha adottato il VSME dichiara di aver impiegato fino a tre settimane per preparare il report, utilizzando spesso sia il Basic che il Comprehensive Module. Un tempo compatibile con la vita reale di una PMI. Il vero nodo è un altro: chi lo richiede e che utilizzo ne fa?



