Ufficio 101- SPECCHI DIGITALI – RACCONTI E RIFLESSIONI SULL'UMANITÀ RIFLESSA NELLE SUE MACCHINE
di Gabriele Silva
C’è un momento, di solito appena prima di premere il tasto “INVIO” di una mail, in cui ci si ferma e si controlla.
Non i dati. Non i numeri. Ma come potrebbe essere letto dal destinatario ciò che si è scritto.
Chiunque esso sia.
Perché oggi non basta fare bene.
Bisogna anche apparire corretti, affabili, motivati, disponibili, sintetici, ma non freddi, rapidi o addirittura robotici.
È in quell’attimo che, senza accorgercene, scriviamo sotto sorveglianza.
Anche se non ci legge nessuno.
Anche se non ci osserva nessuno.
In 1984 di George Orwell, romanzo di fantascienza distopico ambientato in un ipotetico mondo futuro e pubblicato nel lontano 1949, lo scrittore descrive una società in cui ogni parola, ogni espressione facciale, ogni pensiero può essere intercettato dal dittatore e comandante supremo.
Il Grande Fratello.
Una figura che nessuno ha mai incontrato di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita dei cittadini, mediante l’uso di speciali teleschermi. Una figura che aleggia nell’aria, che nessuno vede ma che tutti percepiscono.
La sorveglianza non è solo esterna: è interiorizzata.
I cittadini non si limitano ad obbedire al Partito: imparano ad autocensurarsi, a sorvegliare sé stessi, a modificare i propri pensieri per adattarsi al linguaggio ufficiale.
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