1965. Gordon Moore, informatico, chimico, imprenditore statunitense e cofondatore di Intel, formula la cosiddetta “Prima Legge di Moore”, la quale afferma che il numero di transistor all’interno di un microchip raddoppia ogni 18 mesi, con aumento della velocità di calcolo. Sebbene lo stesso Moore riconosca come la sua previsione sia inevitabilmente soggetta ai limiti fisico strutturali dell’evoluzione elettronica, la legge è ancora valida dopo 60 anni.
1971. L’idea che porta Federico Faggin, fisico, inventore e imprenditore italiano naturalizzato statunitense, a realizzare il primo microchip è semplice ma rivoluzionaria: oltre alla memoria è necessario aumentare la velocità di elaborazione dati. Se l’Intel 4004 ha 2300 transistor, nel 2002 il microprocessore più avanzato ne contiene 40 milioni, 2000 volte di più con una frequenza 2500 volte più veloce.
2025. Se il linguaggio che governa la realtà nella quale viviamo procede a un ritmo così elevato, perché continuiamo a costruire ambienti lenti se non addirittura immobili?
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