Studio organizzato, studio fortunato (ma non ditelo alla Dea Bendata)
di Massimo Pezzini
Sono ormai moltissimi anni che mi occupo di organizzazione degli studi, ma ogni volta riesco ancora a stupirmi della stessa cosa: c’è ancora chi crede che gli studi che funzionano siano “nati sotto una buona stella”, invece che costruiti con un buon metodo. E, quasi come a voler dare forma e materia agli alibi, si argomenta con frasi del tipo: “…e quindi, se è il fato che ha voluto questo, chi sono io per andar contro al destino provando ad organizzarmi? E poi non l’ho fatto fino ad ora…”.
Quasi come se “i miracolati” fossero stati folgorati da un lampo divino scagliato da Zeus, fossero dei prescelti, in grado di non bucare scadenze, avere un basso turnover, addirittura del personale lieto di mettere piede allo studio. E la cosa più abominevole: una redditività alta. Uno strano allineamento astrale, insomma, e non check list strampalate, fogli Excel addobbati a festa con nomi in codice incredibili e super creativi tipo scadenze_finalissime_finalidavvero_bis.xlsx. Mi è capitato di vedere anche file ancora più naif tipo zzzzzz_ultimavers_finale_clienti.xlsx, nel disperato tentativo di domare il disordine a colpi di “zeta”, per assicurarsi che il lavoro di quel file evidentemente esanime - e ormai incapace di poter offrire altro al mondo - restasse sempre in cima (o in fondo) alla cartella, come un trofeo di guerra da tenere a portata di mouse.
In realtà, dietro ogni studio che gira bene, la Dea Bendata non c’è quasi mai. Giuro. E mi sentirei di togliere anche il quasi. Sì, perché la verità è che c’è sempre qualcuno che con una certa testardaggine, ha scelto di tenere insieme persone, processi e tecnologia come un aereo con il suo motore: complicato, ma in grado di stare in aria o atterrare sempre, anche quando ha un’ala bucata o la tempesta in quota picchia forte. L’organizzazione però, per molti, è come l’unicorno dei convegni: tutti ne parlano con gli occhi lucidi, ma in molti non l’han mai vista trottare in studio. E puntualmente, tra un buffet e una tavola rotonda, spunta la frase più gettonata: “Sì, sì, tutto molto bello… ma funziona solo sulla carta.” Peccato che la carta, ormai, torni utile di più solo nei casi di…estrema necessità. Ok, questa lo è. Allora occorre capir bene, perché alcune varianti sul tema “si sfiorano” rischiando di essere quasi scambiate tra loro, quando invece proprio uguali uguali non sono.
Il primo equivoco nasce proprio qui, perché come diceva mia nonna “il diavolo si nasconde nei dettagli”.
Pronti? Ok. Allora iniziamo il viaggio con una prima considerazione abbastanza forte: “ordinato” non vuol dire “organizzato”.
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