SPILLI TRIBUTARI - Udienze virtuali in clausura e la super banca dati del Fisco: quando la trasparenza è riservata ai soli ammessi
di Lorenzo Romano
Il Fisco, si sa, ama l’innovazione, purché questa sia rigorosamente blindata e digitalmente tracciata. Tra decreti del Vice Ministro e un’Anagrafe Tributaria che farebbe impallidire l’NSA (l’Agenzia per la sicurezza nazionale negli USA), il contribuente si ritrova a navigare tra la massima riservatezza processuale e una trasparenza che, guarda caso, deve essere funzionale al controllo. Analizziamo i due pilastri della Giustizia Tributaria 2.0: l’udienza su Teams e il database che sa tutto (e forse decide cosa farci sapere).
L’ “estraneo tributario”: chi è costui? E la parte può guardare?
L’udienza tributaria a distanza, disciplinata dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 24 novembre 2025, è un trionfo della tecnologia, basata sulla piattaforma Microsoft Teams, visto che Skype è stato chiuso il 5 maggio 2025. Ma con l’evoluzione tecnologica arrivano i vincoli di riservatezza più stretti di una cassaforte a doppia mandata.
L’obiettivo è garantire il contraddittorio (con visibilità reciproca), ma il vero protagonista non è il ricorso, bensì il link. Il link, inviato dall’ufficio di segreteria, è strettamente personale e non cedibile a terzi, salvo l’eventuale difensore delegato.
Ed ecco che emerge la figura, o meglio, il fantasma dell’”estraneo”: “all’atto del collegamento e prima di procedere alla discussione, i difensori delle parti o le parti che agiscono in proprio dichiarano, sotto la loro responsabilità, che quanto accade nel corso dell’udienza o della Camera di consiglio non è visto nè ascoltato da soggetti non ammessi ad assistere alla udienza o alla Camera di consiglio”.
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