Spilli tributari - L’IA al centro della rassicurante audizione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate: ma è davvero così?

di Marco Cramarossa e Lorenzo Romano

Il Direttore Vincenzo Carbone, durante l’audizione dinanzi alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, ha presentato un’Agenzia delle Entrate che punta su dati e modelli per passare sempre più al paradigma della compliance con i contribuenti. L’IA lavora in preistruttoria, traduce i dati in informazioni e segnala i profili a rischio, ma non decide. Restano centrali la spiegabilità, l’esclusione dei dati sensibili e il presidio umano (human in the loop). Alcuni numeri esposti fanno davvero scena: 9 milioni di comunicazioni sui bonus edilizi vagliate, 7,8 miliardi di crediti bloccati. Fattura elettronica come best practice, split payment a supporto, tax gap IVA in calo… e come avrebbe detto il nostro Albertone nazionale “orrait orrait”. Dal 2026 arrivano i flussi aggregati del transato POS con incrocio nell’Archivio rapporti. Si automatizzano i canali dai SUAP e SUE, mentre CRM, precompilata estesa alle partite IVA e firma digitale a tempo promettono un servizio proclamato più semplice.

La leva tecnologica si regge su DPIA, pseudonimizzazione e segregazione, passando da “Serpico”, “Dalí”, “Arcipelago”. No, non è la cineteca del cineforum di quartiere. Sono i nomi con cui l’Agenzia delle Entrate prova a rendere sexy cose serissime. Serpico è l’applicazione con cui i funzionari guardano nell’Anagrafe tributaria. Dalí è quella per la liquidazione delle dichiarazioni. Arcipelago-Protocollo 2.0 fa da guardiano ai protocolli. Accessi tracciati e, da ottobre 2025, obbligo di motivazione. Senza motivo scritto la porta non si apre. Il messaggio è chiaro: responsabilità personale, niente battute di pesca a strascico.