Lo SPID è diventato in pochi anni la “chiave universale” di accesso a portali PA e a molti servizi privati. Da luglio 2025 alcuni gestori hanno introdotto un canone annuale per il mantenimento dell’identità digitale (pochi euro l’anno), superando la prassi della gratuità “per sempre”.
Questo cambiamento non riguarda solo aspetti tecnici: rappresenta un passaggio che tocca direttamente il rapporto dei cittadini con i servizi digitali.
Per molti l’identità digitale è ormai indispensabile per gestire pratiche fiscali, previdenziali, sanitarie e anagrafiche, e il fatto che diventi in parte a pagamento solleva interrogativi sulla sostenibilità del modello e sulla necessità di garantire al tempo stesso accessibilità universale e sicurezza.
La vicenda SPID mette quindi in luce come l’identità digitale sia divenuta un’infrastruttura critica, su cui poggia l’esercizio concreto dei diritti di cittadinanza digitale.
Identità digitale: cos’è e come funziona
L’identità digitale è lo strumento che consente a cittadini, imprese e professionisti di autenticarsi online in modo sicuro e univoco per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti. Funziona come una vera e propria “chiave digitale”: attraverso credenziali personali l’utente viene riconosciuto e può interagire con i sistemi informatici in modo affidabile, garantendo certezza dell’identità e tracciabilità delle operazioni.
Il meccanismo si basa su tre modelli principali: lo SPID, che offre credenziali composte da username, password e un secondo fattore (OTP o app) gestiti da provider accreditati; la Carta d’Identità Elettronica (CIE), che sfrutta un microchip contactless e un PIN per l’autenticazione tramite app o lettore; e la Carta Nazionale dei Servizi (CNS), smart card dotata di certificato digitale utilizzabile con PIN e lettore. Ciascuno di questi strumenti differisce per modalità d’uso e livello di garanzia, ma tutti hanno lo stesso obiettivo: assicurare un accesso sicuro e uniforme ai servizi digitali.
La logica alla base della loro introduzione è duplice: da un lato semplificare l’accesso riducendo la frammentazione di credenziali diverse per ogni ente, dall’altro garantire la validità giuridica delle transazioni online, equiparando l’accesso digitale a quello fisico presso uno sportello.
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