Il calo delle nascite in Italia avrà un impatto diretto sulla popolazione in età lavorativa. Nell’arco dei prossimi dieci anni, stando alle più recenti proiezioni demografiche, ci saranno circa 3 milioni di persone in meno, che corrispondono ad una riduzione del 7,8 per cento. Giusto per avere un’idea: basti pensare che all'inizio del 2025 la fascia demografica in età lavorativa contava qualcosa come 37,2 milioni di persone: la platea è destinata a ridursi a 34,4 milioni entro il 2035.
A scattare una fotografia della popolazione in età lavorativa è la Cgia di Mestre, basandosi sulle previsioni dell’Istat. Chiaramente questo calo è da attribuire al progressivo invecchiamento della popolazione: i giovani si riducono sempre di più, mentre i baby boomer si avvicinano alla pensione per raggiunti limiti d’età.
Il Pil è destinato a rallentare
Il calo della popolazione in età da lavoro avrà inevitabilmente un impatto diretto sull’economia italiana. Prendendo in considerazione il declino demografico, l’instabilità geopolitica, la transizione energetica e quella digitale, nel corso dei prossimi anni le aziende dovranno mettere in conto dei contraccolpi molto preoccupanti.
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