Gestione dello stress, empatia, apertura mentale: siamo sicuri di conoscerci davvero? E le aziende, sanno davvero chi hanno davanti? Nelle scorse settimane sui giornali è comparsa la notizia del nuovo progetto Soft Lab, sviluppato dall'Università Cattolica con Thimus - società specializzata in neuroscienze - che annuncia come le note soft skills, le capacita relazionali e comportamentali, entreranno presto nella realtà virtuale e saranno oggetto d'analisi delle più avanzate tecnologie.
Ma misurare l'empatia, le doti di leadership o lo spirito di squadra con un visore neurale ed elettroencefalogramma, è davvero il (giusto) futuro del lavoro? Oltre all'intelligenza artificiale che sostituisce nelle mansioni quotidiane, è opportuno che un'azienda dia spazio alle macchine anche nel valutare le attitudini extraprofessionali di un candidato?
Nell'odierno mondo del lavoro, sempre più fluido, relazionale e interconnesso, le competenze trasversali sono considerate centrali, tanto quanto (se non più) le competenze tecniche. Anzi, la loro influenza - in contesti sempre più automatizzati - è destinata a crescere, come testimoniato anche da un'indagine pubblicata su Forbes lo scorso gennaio, secondo cui ben l'80 per cento dei dipendenti ritiene che le soft skills siano ancora più rilevanti in un'epoca in cui l'IA automatizza i compiti ripetitivi.
Non solo. Un recente report di Deloitte Access Economics prevede che, entro il 2030, i lavori ad alta concentrazione di soft skills rappresenteranno i due terzi di tutte le occupazioni, crescendo con maggior rapidità rispetto alle mansioni più tecniche.
Ecco allora che gestione dello stress, empatia, flessibilità o apertura mentale sono - ma soprattutto saranno - tutte possibili “chiavi” per fare la differenza tra l'essere (solo) un buon candidato e un professionista destinato a eccellere. Ma, come accennato, il punto è: possiamo davvero misurarle scientificamente? E, soprattutto, dovremmo farlo? La questione tiene conto non soltanto delle reali necessità dei selezionatori, ma implica anche una riflessione di etica del lavoro e la considerazione dei risvolti giuridici.
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