Quando il CCNL non basta: perché nei conflitti sul lavoro decide la legge (ed è un bene così)
di Gabriele Silva
C’è un mantra che gira negli uffici HR, nelle bacheche di fabbrica e nelle chat dei lavoratori più navigati: “Lo dice il contratto! È scritto nel CCNL!”.
Un’illusione di certezza che rassicura tutti—finché non arriva un giudice a ricordare che, nel diritto del lavoro italiano, il contratto collettivo non è la Bibbia. Conta, pesa, orienta. Ma quando il gioco si fa duro, l’ultima parola ce l’ha ancora la legge. E meno male.
La recente sentenza della Corte d’Appello di Milano (31 ottobre 2025, n. 853) è l’ennesima conferma di una verità scomoda: quando si passa dalle parole ai fatti, la clausola generale di giusta causa di cui all’articolo 2119 c.c. è più forte delle tabelle disciplinari del CCNL. Il codice disciplinare aiuta a leggere il caso, ma non può ribaltare la valutazione legale sulla rottura della fiducia.
La lite, gli insulti e il passaggio alle mani
Partiamo dalla storia.
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