Nel sistema fiscale italiano “proroga” non è solo una parola. È un’esigenza, una promessa, per non dire una certezza su cui i contribuenti spesso sono costretti a confidare per non incorrere in sanzioni o aggravi amministrativi per il mancato rispetto delle scadenze. Un termine così necessario da dare il nome a più di un intervento normativo. L’ultimo, il “Milleproroghe 2025”, è il decreto 202 del 27 dicembre 2024 convertito in legge a febbraio di quest’anno.
Da poco, con decreto legge, è stato prorogato il termine per la predisposizione della documentazione necessaria per la penalty protection in caso di contestazioni relative alla norma sui disallineamenti da ibridi, che sarebbero scaduti a fine giugno, mentre è di metà maggio l’ultimo blocco del sito dell’Agenzia delle entrate che ha impedito per tutta la giornata a cittadini, imprese e professionisti di accedere alle aree riservate per adempiere alle diverse scadenze che affollano il calendario fiscale.
Che sia a causa di un malfunzionamento del sito protrattosi per tutta la giornata lavorativa o di un termine particolarmente “sfidante” per un’agevolazione, un adempimento o un presidio del rischio, l’unica àncora di salvezza per i contribuenti armati di buona volontà è spesso un intervento del legislatore (o di un suo delegato) che sposti in avanti la lancetta della scadenza, con la tanto agognata proroga.
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