Parola di derivazione francese da projet, derivato di projeter, dal latino tardo proiectare, “gettare avanti”. Un termine che si lancia verso il futuro, ben esplicitato nella condivisione della radice anche con il verbo “proiettare”.
“Progetto” quindi, ma anche qualcosa che viene proiettato in avanti con lo scopo di raggiungere un fine ben preciso. Può riallacciarsi ad un’idea, un piano d’azione da evolvere e realizzare. Ciò che tocca, come spesso accade, riguarda gli ambiti della vita più disparati.
Al giorno d’oggi, sicuramente la “progettazione” risulterebbe essere necessaria, o quanto meno auspicabile, nella maggior parte delle aziende.
Inoltre, scolasticamente parlando, ormai la stesura, o l’elaborazione di mappe concettuali, sembrerebbe già un’abitudine consolidata dai giovani degli istituti superiori e, ulteriormente, da bambini e ragazzi fin dalle scuole primarie anche per via delle richieste dei vari programmi ministeriali. Queste stesse mappe avrebbero l’obiettivo di aiutare gli studenti a meglio concettualizzare i “progetti” delle materie di studio per facilitarne l’apprendimento. In tale intento, non andrebbe però sottovalutato il rischio di omologare eccessivamente il tipo di preparazione proprio a causa di un uso esagerato di riassunti, legati insieme precisamente da un uniforme filo logico, in cui troppo poco, o addirittura nulla, c’entrerebbe una riflessione più soggettiva.
Spostandosi verso il mondo del lavoro, in maniera molto concreta, con riferimento a settori come quello dell’edilizia, le figure di architetti, ingegneri e geometri danno corpo a “progetti” che potrebbero interessare grandi complessi ed edifici; ma anche lavori più piccoli, commissionati dal privato cittadino, magari per ammodernare o arredare gli interni della propria abitazione. Peraltro, alcune di queste figure professionali con differenti peculiarità, contribuiscono attraverso la “progettazione” di grandi opere o nuovi impianti anche all’esecuzione di lavori in seno alla meccanica, all’elettronica, oppure alla chimica e in altre svariate attività tecnologiche.
Pensando ad ambiti di studio e di lavoro come il diritto, un “progetto di legge” può fare riferimento alla presentazione di un “disegno o proposta di legge”, di cui si auspicherebbe la promulgazione. Diversamente dagli ambiti succitati, un “progetto” puramente personale, magari concentrato solo sull’evolversi della propria esistenza, permetterebbe comunque di dare un senso alle proprie idee e agli intimi desideri. Nel perseguirlo con impegno, ecco che si avrebbe la possibilità di vederlo concretizzato. Cosa non da poco, esso avrebbe la peculiarità di svilupparsi e strutturarsi, modificandosi nel tempo, per poter giungere a compimento.
È davvero così che ogni individuo può trarre energia dall’elaborazione intellettuale che ne accompagnerebbe la realizzazione, anche solo parziale.
Sia riguardi lo studio o il lavoro o l’iniziare a vivere da soli o il costruire una famiglia, nulla di meglio di un “progetto” a cui dedicarsi, dunque: qualcosa che spinga verso un obiettivo nonostante i problemi quotidiani da affrontare e risolvere!
Ecco che l’abitudine ad attingere alle proprie risorse per resistere alle sconfitte ed essere in grado di rimettersi in piedi diverrebbero capacità sviluppate solo attraverso il duro allenamento necessario per ammortizzare i colpi causati proprio dai numerosi “progetti” andati in fumo nel corso degli anni.
È certamente per questo che alla fine risulta molto più appagante l’ottenimento, seppur faticoso e non privo di ostacoli, di un risultato positivo in tal senso… e farcela con le proprie forze rappresenta sempre una bella carica di fiducia!


