“Una mente fertile” dici “è alla base”
Ma la tua scienza ha creato l’ignoranza
ha creato l’ignoranza.
Pigro!
(da “Pigro” di Ivan Graziani)
Dal latino piger -gra -grum; la parola “pigro”, in questo frammento della canzone, fa intuire una sorta di “pigrizia” mentale nel cui paradosso, l’alto livello di istruzione diverrebbe causa di ignoranza.
La “pigra” assenza di desiderio nel voler approfondire e saperne di più e il facile conformismo del chiudersi dentro a quelle che, in ogni periodo storico, potrebbero sembrare assodate certezze, contribuirebbero, non a caso, a generare meccanismi di questo tipo.
In ambito filosofico, il termine si riallaccia alla locuzione latina ignava ratio ossia “ragion pigra” che definirebbe la pigrizia dell’intelletto nella rinuncia all’azione ad alla scelta, propendendo per una forma di inerzia in cui accettare passivamente gli eventi, come legati all’ineluttabilità del fato.
Con qualche annetto sulle spalle ma non essendo ancora così “pigra” da aver perso lo stimolo per riflettere spesso sul senso della vita; dunque, mentre tanti sarebbero concordi nel dire che siamo già in troppi - nonostante malattie, guerre e carestie -, in un ipotetico universo che non ci vuole madri e non ci vuole padri, l’incremento delle dipendenze giocherebbe un ruolo di punta. Come in un circolo vizioso, esse si alimenterebbero attraverso la “pigrizia” e viceversa.
Ecco che allora mi cade l’occhio sull’interessante articolo di Luisa di Giacomo, pubblicato da poco su Blast, in cui l’autrice, elogia la “fame sessuale”, non come mero istinto primordiale, ma come un sano - e aggiungerei necessario - stimolo all’azione: “… in un mondo dove abbiamo tutto, tranne la voglia”. Cosicché, camminare sotto la pioggia scrosciante per raggiungere l’uomo o la donna dei nostri desideri, dall’altra parte della città, diventa sempre più un’impresa titanica, anche perché forse sarebbe lo stesso desiderio a perdersi “pigramente” per strada prima ancora di partire da casa. Ma in un passato non troppo lontano, persino i “tossici” dovevano spostarsi e affrontare le intemperie per alimentare la loro dipendenza mentre adesso, con internet, ogni dipendenza la possiamo soddisfare comodamente dal divano del soggiorno.
“Pigramente” inclini all’azione, facciamo prosperare i vari servizi di pronta consegna sempre disposti a rispondere alle nostre esigenze in qualsiasi settore della quotidianità, ovviamente incluso l’appetito. Ed anche per quanto riguarda il cibo, chi continua a preferire un pomodoro biologicamente naturale, anziché un pomodoro transgenico, rischia di essere bollato come un estremista perché forse non abbastanza “pigro” nel porsi qualche ulteriore domanda in fatto di impatto fisiologico sulla propria salute. Ma chi siamo noi per non arrenderci “pigramente” all’informazione dei vari professionisti del settore?
Eppure, c’è chi riesce a vantarsi anche della propria “pigrizia”. Un incredibile cavallo di battaglia che verrebbe venduto con slogan tipo: “successo e soldi senza fatica” oppure “come il pigro si gode la vita” e magari qualche ulteriore frase famosa del filantropo di turno - o almeno così dicono - più osannato del momento che, pubblicizzando il proprio operato, si autodefinisce “pigro” - ma altamente produttivo - e che quindi sceglierebbe sicuramente una persona con questa peculiarità, soprattutto per svolgere un lavoro difficile. Resta da capire lo scopo reale di queste esternazioni a cui verrebbe voglia di credere. Che la pigrizia sia in realtà un “motore”?
Trovando anche un riferimento in ambito finanziario, relativamente al “portafoglio pigro”, la voglia di credere aumenta.