Parodia musicale di un contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate
di Maurizio Nadalutti
Tutto inizia con: “C’è posta per te” (Lorenzo Tozzi, 2016).
Nella mente del contribuente una vocina consiglierebbe: “Non aprire mai” (Claudio Lolli, 1980).
Ma, noncurante, scorgendo la busta verde, ecco che: “Brividi” (Blanco e Mahmood, 2023).
Ormai il danno è fatto…
“Maledizione, la mia maledizione” (Giorgia, da “Parole dette male”, 2023): uno schema d’atto dell’Agenzia delle Entrate!
“Quando ti guardo mi vien da piangere” (Gino Paoli, da “Estate”, 2019).
Preso dallo sconforto, il contribuente corre subito dal commercialista:
“E non so cosa fare,
e non so cosa dire,
e non so cosa farci,
e non sono perfetto.” (Skiantos, da “Pesissimo” 1980).
Il professionista, che vantava dal cliente ancora numerosi arretrati non pagati, esclama:
“Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?” (Lucio Battisti, da “Ancora tu”, 1976).
Il cliente, implora:
“Ti prego perdonami ti prego perdonami” (Vasco Rossi, da “Manifesto futurista della nuova umanità”, 2011).
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.


