Negli ultimi anni, la ricerca di personale qualificato è diventata una delle sfide più ostiche per studi professionali e piccole-medie imprese.
Lo si constata quotidianamente: la carenza di vocazioni e competenze pronte all’uso ha reso sempre meno efficaci anche i migliori “cacciatori di teste”.
La conseguenza è ovvia. I recruiter, per quanto specializzati, non possono trovare ciò che spesso non esiste: giovani motivati, formati e pronti a contribuire con competenze concrete.
In un mercato del lavoro che cambia molto più velocemente della scuola e dell’università, il mismatch tra ciò che viene insegnato e ciò che serve realmente per lavorare è divenuto strutturale. Studi e aziende si ritrovano soli, con la necessità non solo di selezionare ma di formare e trattenere i pochi candidati disponibili, aiutandoli a esprimere il massimo della loro potenzialità.
La formazione scolastica e universitaria continua a privilegiare conoscenze teoriche, spesso disallineate con le esigenze operative del lavoro quotidiano. La distanza tra ciò che uno studente sa fare al termine del suo percorso e ciò che deve saper fare per contribuire in uno studio o in un’impresa è abissale. Anche la formazione professionale e l'aggiornamento continuo sono spesso frontali, mono disciplinari, orientati dal generale al particolare. I compiti lavorativi da svolgere sono invece multi disciplinari, complessi, e spesso muovono da casi particolari.
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