È ciò che costituisce la sostanza di un oggetto, di un tema, di una disciplina di studio.
In diritto, anche in quello tributario, è immediato il collegamento con i beni, appunto, “materiali” o “immateriali”.
Più generalmente, parlare di “materia” potrebbe interessare il campo della fisica e quello della biologia così come non suonerebbe strano riferirsi all’uso di “materiali” per ciò che riguarda il settore tecnico, mentre in medicina parlare ad esempio di “materia” cerebrale è cosa nota anche ai profani.
Passando parecchi anni sui banchi di scuola, questo termine diventa d’uso comune. Difatti, in ambito scolastico, già “agli inizi della carriera” accennare a “materie” più o meno gradite a scolari e studenti, spesso si fonde con la simpatia - o l’antipatia - dell’insegnante di riferimento. Qui, il rischio di un approccio futuro condizionato da questi “primi passi” nel mondo dell’istruzione non appare affatto scontato e può non risultare ben chiara la responsabilità di chi o che cosa abbia avuto modo di causare ipotetiche perdite di interesse o pessimo rendimento in ambito di studio. Nel rimpallo di responsabilità fra genitori e insegnanti, rispetto a situazioni di degrado scolastico, i ragazzi, chiaramente, sarebbero i primi a pagarne lo scotto.
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