Caro Babbo Natale,
so che sei abituato a liste di giocattoli, desideri infantili e qualche richiesta di pace nel mondo; oggi però ti scrivo con la stessa fiducia con cui un contribuente apre la posta dell’Agenzia delle Entrate: sperando che qualcosa di buono arrivi, ma preparandomi al peggio. Ti chiedo un regalo diverso: non una slitta nuova né renne con GPS, ma un sistema fiscale che non faccia piangere né il commercialista più stoico né il cittadino più zen.
Per cominciare, la semplicità. Immagina un mondo in cui le leggi tributarie non somiglino a un romanzo giallo con finale aperto. Un codice fiscale che si legga senza bisogno di una tesi di dottorato, scadenze che non si moltiplichino come conigli in primavera, e moduli che non richiedano traduttori simultanei. So che tu sei maestro nel consegnare regali in tempo; potresti fare lo stesso con una scadenza unica, chiara e rispettata da tutti? Sarebbe il sogno di ogni professionista che non vuole passare le feste a rincorrere F24.
Poi, la prevedibilità. Le imprese e i professionisti non chiedono miracoli, solo di potere pianificare senza dover consultare l’oracolo ogni trimestre. Un sistema fiscale prevedibile significa investimenti, crescita e meno notti insonni. Se puoi mettere sotto l’albero una road map fiscale pluriennale, con regole stabili e consultabili, prometto che i contribuenti smetteranno di considerarti un santo solo per la tua pazienza.



