L’elevato carico fiscale rende l’Italia uno dei Paesi meno competitivi d’Europa
di Pierpaolo Molinengo
In Italia, come è noto, la tassazione è alta: gli oneri fiscali rendono il nostro Paese quello meno competitivo a livello europeo. Le imposte, stando ai dati aggiornati al biennio 2023-2024, pesano, complessivamente parlando, fino al 42,7 per cento del Pil. Giusto per fare un confronto, basti pensare che la media dell’area euro si ferma al 41,2 per cento, mentre nell’intera Unione europea la percentuale è pari al 40,1 per cento.
Una situazione peggiore rispetto a quella italiana la si trova solo in Francia - qui arriviamo ad un 46,2 per cento -, in Belgio e in pochi altri Paesi. La pressione fiscale in Germania si ferma al 40,1 per cento, mentre la Spagna, con il suo 38,3 per cento, è una delle nazioni del Vecchio Continente con la percentuale più bassa. Questo è quanto emerge da una recente ricerca effettuata dal Centro Studi di Unimpresa.
Italia, anche la burocrazia incide
La fotografia che il Centro Studi ha scattato dell’Italia è tutt’altro che rosea.
Oltre alla tassazione, a pesare in modo determinante, nel nostro Paese, è senza dubbio la burocrazia, che incide in modo pesante sulla capacità operativa di molte aziende. Mediamente sono necessarie 238 ore all’anno - pari a 30 giornate lavorative - per gestire correttamente gli adempimenti fiscali. Siamo di fronte ad uno dei dati più elevati di tutti i Paesi europei, pari solo a quello del Portogallo. Giusto per avere un'idea di cosa accade nelle altre nazioni, basti pensare che:
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