L’Editoriale - Equivoci e coerenza sistematica in tema di continuazione e cumulo giuridico
di Lorenzo del Federico
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 25340 del 6 marzo 2025, ha affrontato il tema della continuazione e del cumulo giuridico affermando che “in materia di sanzioni tributarie, il cumulo giuridico previsto dall’art. 12, commi 1, 2 e 3, del Dlgs. n. 472/1992” trova applicazione esclusivamente quando con una sola azione od omissione il contribuente viola diverse disposizioni anche relative a tributi diversi, oppure quando commette con più azioni od omissioni diverse violazioni della medesima disposizione. Non è invece applicabile il cumulo giuridico nel caso di violazioni eterogenee commesse con una pluralità di azioni distinte, come nel caso di violazioni relative all’accertamento di maggior reddito imponibile e violazioni degli obblighi di monitoraggio fiscale (omessa compilazione del quadro RW). In tali ipotesi, le sanzioni devono essere determinate e applicate separatamente per ciascuna violazione, non potendosi procedere all’individuazione della violazione più grave sulla quale operare gli aumenti previsti dall’istituto della continuazione.
Si tratta del complicatissimo tema della continuazione, sul quale la recente riforma del Dlgs 14 giugno 2024, n. 87, è intervenuta introducendo fattori di ulteriore complicazione a fianco ad alcune apprezzabili semplificazioni.
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