Il modello di tassazione basato sul reddito economico è superato: proposte per l’imposizione del reddito liquido - L'Editoriale
di Marco Versiglioni
Recenti eventi imprevedibili ci interrogano su come poter sostenere sviluppi tecnologici, economici, sociali e difensivi divenuti necessari per generare o conservare condizioni di pace e benessere. Sfide globali implicano investimenti collettivi che i bilanci degli Stati, anche se considerati nelle loro unioni, giuridiche o naturali, non sono in grado di finanziare, né dando vita a improbabili debiti comuni né, tantomeno, costringendo singoli individui o singoli Stati a indebitarsi ulteriormente.
Occorre, perciò, ampliare l’orizzonte e trovare il modo di scongelare enormi attuali consistenze di liquidità privata e di evitare ingenti e frequenti dispersioni (spesso illecite) di liquidità pubblica.
Ad esempio, se, come pare risulti, soltanto in Europa le consistenze di liquidità privata superassero i 35.000 miliardi di euro, allora si potrebbero individuare modi nuovi sia per incoraggiare strutturalmente le scelte di investimento privato (individuale, familiare, imprenditoriale o solidale), sia per spingere gentilmente le banche a concedere davvero il credito necessario alla messa in opera di tali scelte.
Le legislazioni tributarie vigenti (nazionali, unionali o internazionali) non appaiono però più coerenti con le etiche moderne; in effetti, gli attuali modelli di tassazione (ora logici, ora illogici) sembrano divenuti talmente obsoleti e/o inefficaci, se non inutili, da ricondurre le forze di governo alle loro alternative logiche, siano esse la guerra o la deterrenza, le armi militari o le armi commerciali (i cd. dazi).
Ad esempio, per quanto concerne il reddito, il modello di tassazione vigente continua a basarsi dal 1923 sul “reddito economico”, ossia sul prodotto concettuale di un accordo - pur se, al tempo, con verità (*) - che quattro famosi economisti raggiunsero a Ginevra seguendo la logica della produzione e vendita delle arance californiane. Ora, però, tutto è mutato, ivi incluse le realtà parametriche che condizionano la validità giuridica relazionale di quel concetto, tanto che esso non risulta più matematicamente valido (*) perché non in grado di rendere ancora vera la relazione tra sé e l’etica moderna. Ciononostante, governi e parlamenti, frequentemente motivati da diffuse comodità e da variegati egoismi nazionali, settoriali, burocratici o professionali, continuano a porvi affidamento. Ma, così facendo, tali governi e parlamenti non incentivano in modo strutturale l’investimento privato perché mentre introducono meri palliativi, congiunturali e caotici, continuano tuttavia a tassare in via generale e strutturale chi investe a prescindere dal se e dal quando avvenga il rientro del flusso di liquidità uscito per finanziare l’investimento.
Se, invece, si tenessero in debito conto i mutamenti tecnologici, etici, sociali e conflittuali sopravvenuti e venissero coerentemente adottate politiche fondate sulle liquidità private e pubbliche appartenenti all’insieme Liquinomics (*) (reddito liquido(*), individuale(*), familiare(*) o societario(*), sostituzione liquida(*), tassazione liquida dei servizi digitali(*), big data royalty(*), valore aggiunto liquido(*), IVA a doppia a aliquota(*) etc.), allora forse si verificherebbero sia le condizioni per scongelare e impiegare la liquidità privata improduttiva di cui si diceva (anche in considerazione del fatto che i redditi diverrebbero tassabili solo se e quando fossero rientrati i flussi di investimento in uscita), sia i presupposti per stabilizzare e implementare il gettito erariale senza incremento della pressione fiscale (anche attraverso il recupero dell’enorme liquidità pubblica che viene invece continuamente perduta a causa di tributi obsoleti, divenuti eticamente ingenui, che conferiscono ancora ai privati il potere di crearla, di maneggiarla e di trattenerla illecitamente, sottraendola alle casse degli Stati).
D’altra parte, il fatto tassabile liquido diverrebbe accertabile, anzi facilmente accertabile e questo creerebbe fiducia nazionale e internazionale. Ciò consentirebbe di accedere al nuovo concetto, pacificante, di Cittadinanza fiscale(*), in luogo del secolare concetto, conflittuale, di residenza fiscale. Tra l’altro, non sussisterebbe più alcuna necessità di distinguere tra categorie di redditi o di contribuenti, né di perpetuare la assurda pretesa, anch’essa secolare, di fissare “definitivamente” il tributo in una frazione di tempo, annuale o istantanea, comunque senza verità(*). Ad esempio, in Italia, per i redditi di tutte le imprese individuali o societarie, la tassazione provvisoria (mediante sostituzione liquida(*)) sarebbe da sé in grado di sostenere gli attuali corrispondenti volumi di gettito erariale ordinario mediante aliquote proporzionali personalizzate in acconto comprese tra lo 0,5 per cento e il 3,5 per cento dei flussi in entrata ricevuti dalle imprese, mentre la tassazione definitiva (il cui gettito fronteggerebbe invece gli eventi globali, unionali o nazionali, di natura straordinaria o imprevedibile) seguirebbe l’andamento nel tempo della capacità contributiva ultrannuale(*), se non vitale(*) di ciascuna impresa. Così, forse verrebbero meno finalmente le ragioni dell’evasione e dell’elusione (nazionale, unionale o internazionale) e il concorso alle spese comuni di “tutti” sarebbe ripartito su basi imponibili assai più ampie e coinvolgenti un numero di contribuenti molto più consistente di quello attuale.
Ma soprattutto gli investimenti riceverebbero lo straordinario impulso che serve al fine di realizzare le plurime e inevitabili transizioni dapprima verso l’Imposta liquida(*), poi verso l’Imposta liquida europea(*) e successivamente verso l’Imposta liquida universale(*), dando a tutti il diritto di non pagare imposte su redditi non liquidi, in modo che nessuno possa essere tassato se non quando abbia conseguito un reddito liquido almeno pari alle imposte da versare, ossia se non quando le uscite di liquidità conseguenti a investimento (individuale, familiare, imprenditoriale o solidale) siano rientrate in forma liquida.
Tutto ciò attuando, davvero, la definizione di diritto(*), ossia [dare a ciascuno il suo e ricevere da ciascuno il suo](*), definizione, questa, estratta dalla sua forma matematica(*).
Infatti, è la forma matematica dell’infinita mutevolezza circolare e contestuale del dare e del ricevere, senza un prima e senza un dopo(*), che può generare nuove condizioni di pace e benessere ove queste non sussistono o preservare, se non migliorare, condizioni di pace e benessere, ove queste ancora sussistono. Più in generale, tale forma matematica(*) può creare nuove condizioni di convivenza dei Paesi retti prevalentemente da diritti con verità(*) con Paesi ancora retti prevalentemente da diritti senza verità(*) (nei quali, tuttavia, vive la maggior parte della popolazione mondiale).
Forse l’unica forma che può dare a ciascuno quanto a lui serve per trovare e comprendere ciò che egli riceve accoppiando matematicamente la propria indole scientifica con la propria indole etica: la prima consegna ad ogni uno il coraggio calcolato che serve, così come la scienza serve, per passare dal complesso al semplice, ma questo passaggio non può realizzarsi senza che la sua indole etica susciti quell’amore verso il bene comune, nazionale, europeo o globale, che serve a cambiare le cose come oggi sono e a rendere così davvero semplice ciò che oggi, per diffusa comodità o per variegato egoismo, anche burocratico o professionale, è ancora inutilmente complesso e drammaticamente foriero di conflitti (dapprima fiscali e poi armati).
In definitiva, questo, forse, è lo spirito o almeno il senso etico comune a “Tutti” (perché matematico e liquido) che potrebbe condurre a riforme veramente condivise della tassazione in Europa (ReTax Europe (*)) e nel mondo (ReTax World (*)) e che potrebbe contribuire a creare o a garantire pace e benessere veramente condivisi con “Tutti”.
(*) Per ragioni editoriali l’asterisco * sostituisce l’apice-mv. Per un approfondimento delle ragioni informatiche, linguistiche e terminologiche dell’uso dell’apice -mv (ad es., con riguardo alla differenza tra verità e verità-mv , si rinvia a M. Versiglioni, Reddito liquido-mv, Teoria e pratica dell’Imposta liquida-mv, 2024, pag. 40 ss., spec. 51)