Comunità con finalità economico-finanziarie, sociali, culturali, ideali, di categoria, sindacali, filantropiche e di altro tipo trovano nel Web 3 un luogo per organizzarsi e operare: questo attraverso le DAO (Decentralized Autonomous Organizations), organizzazioni autonome e decentralizzate. Le DAO rappresentano una delle innovazioni più intriganti introdotte con la blockchain, offrendo un nuovo modello di gestione collettiva e democratica che si pone come alternativa ai tradizionali sistemi centralizzati e gerarchici.
Le DAO sono “organizzazioni” che aggregano individui sotto forma di “entità digitale”, consentendo loro di perseguire obiettivi comuni attraverso regole di funzionamento definite,
Sono “autonome” in quanto riescono ad operare in modo indipendente e senza la necessità di intermediari od autorità su una piattaforma blockchain. Qui, gli “Autonomous Agent”, cd. smart contract, codici programmabili basati su regole di governance codificate in codici informatici, eseguono automaticamente determinate azioni all’avveramento delle condizioni predefinite sulla logica if-then. Le regole e i parametri degli smart contract possono prevedere diversi meccanismi di voto o consenso tra i partecipanti. Accanto alle DAO “algoritmiche”, che delegano interamente le decisioni agli smart contract, troviamo le DAO “partecipative”, in cui la comunità conserva un certo grado di intervento su alcune decisioni. In queste ultime, le modifiche agli smart contract vengono determinate attraverso votazioni collettive o mediante deleghe a singoli membri o gruppi.
Le decisioni così assunte dalle DAO, così come ogni accadimento durate la loro vita, fluiscono all’interno di una blockchain e sono distribuite tra i partecipanti, da cui “decentralizzate”, poichè il controllo, la gestione e la validazione delle attività all'interno di una organizzazione non sono affidati ad un’unica autorità o entità centrale che ha il controllo sull’organizzazione ma distribuiti tra i suoi membri.
Le regole definite dai protocolli superano il concetto di fiducia tradizionale. È per questo che le DAO hanno la capacità di consentire a soggetti che non si conoscono di creare un'organizzazione regolata da un insieme di regole trasparenti e cooperare senza doversi fidare l’uno dell’altro (cd. “trustless”).
Se da un lato le DAO sono attualmente definite da standard di tipo tecnico, dall’altro in termini di regolamentazione si muovono in un territorio alquanto inesplorato. Se si eccettuano alcune normative specifiche di alcuni paesi degli Stati Uniti (Wyoming, Tennessee e Utah, ad esempio), non esiste alcun riconoscimento giuridico di queste entità, perlomeno nel panorama europeo. In considerazione di ciò deve porsi il problema circa l’eventuale configurazione societaria attribuibile alle Dao. Con riferimento al diritto positivo italiano, il rapporto sottostante tra i partecipanti delle Dao va principalmente ricondotto a quello di una società di fatto (in taluni casi potrebbe essere individuata un'associazione, una fondazione o un trust), con tutto quel che ne consegue, anche con riferimento alla responsabilità illimitata di ogni partecipante stesso.
Le stesse conseguenze si hanno sul piano tributario, laddove venisse individuato, come società di fatto, l'esercizio di un’attività economica effettuata nel territorio dello Stato o la riconducibilità di attività economiche ad un soggetto “identificabile” nel territorio stesso.
Tornando alle opportunità delle DAO, questo nuovo modo di aggregarsi potrebbe favorire i seguenti ambiti:
finanza decentralizzata (“DeFi”), per gestire fondi di investimento e protocolli di prestito, offrire servizi finanziari (tra cui il trading e l’asset management) e creare nuovi strumenti finanziari (il lending ad esempio);
crowdfunding (per quali progetti finanziare) e venture capital (per investire in startup e progetti innovativi);
la proprietà intellettuale (IP), per lo sviluppo, detenzione e gestione di brevetti, marchi e copyright, software ed opere creative;
collezionismo d’investimento, per l’acquisto, la conservazione, lo sfruttamento, l’esposizione di opere d’arte, cimeli, oggetti rari e NFT;
open source, fornendo finanziamenti, governance, gestione dei fondi di progetti innovativi ed incentivi per sviluppatori e contributor;
gestione comunitaria di comunità online e organizzazioni no-profit, per gestire risorse condivise come contenuti digitali, fondi per progetti locali o spazi fisici (ipotizzando addirittura la gestione condominiale sottoforma di governance decentralizzata);
lavoro e per la collaborazione tra individui, ridefinendo le dinamiche di cooperazione tra le persone.
attività benefiche della filantropia e cause sociali;
attività culturali, professionali e sindacali, per il finanziamento e promozione di progetti culturali, la rappresentanza e supporto di categorie economiche così come la tutela di categorie di lavoratori.
Il paradigma offerto dalle DAO è di grande portata, configurandosi come un modello innovativo per le strutture del futuro che supera i limiti dei sistemi centralizzati, permettendo di orientare gli sforzi verso una vasta gamma di obiettivi.