I 14mila licenziamenti tra i “colletti bianchi”, annunciati da Amazon in questi giorni, hanno fatto discutere. Rientrerebbero in un’operazione più ampia, che porterebbe il totale dei congedi a 30mila nel giro di poco tempo. Più o meno nelle stesse ore la società di spedizioni Ups comunicava per quest’anno il taglio di 14mila persone nel management e di 34mila addetti operativi, per un totale di 48mila unità.
In generale si tratta di imprese grandi e in salute, che sostanzialmente scelgono di ridurre i costi e il personale in favore dell’Intelligenza Artificiale e dei robot. Così, mentre l’IA guadagna terreno, migliaia di lavoratori vengono lasciati indietro. Gli esuberi non sono solo numeri: sono il sintomo di un cambiamento che rischia di amplificare crepe già esistenti e di renderle più profonde.
Questa dinamica, attuale ed evidente, pone al centro del tavolo il tema delle disuguaglianze crescenti: se fino a qualche anno fa l’esistenza di fasce di popolazione più fragili di altre era un dato di fatto, ora l’essere umano sembra quasi volersi mettere in una posizione di inferiorità rispetto alla tecnologia che lui stesso ha inventato.
In questo scenario, il nuovo Rapporto di Fondazione Cariplo sul tema, giunto alla sua seconda edizione, arriva come una bussola: non per misurare il divario, ma per indicare le strade possibili per colmarlo. Il testo analizza le vulnerabilità economiche, sociali, culturali e territoriali ipotizzando soluzioni per affrontarle, dalle reti di sostegno più consolidate agli interventi educativi di qualità, fino alle politiche pubbliche mirate.
Il documento è stato presentato, tra l’altro, in una cornice ideale: la 24esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano dal titolo “Inequalities”, una mostra di design, architettura e arte che esplora l’argomento attraverso installazioni ed eventi. Un’iniziativa che, “in particolare attraverso il progetto Triennale on Tour, ha permesso di portare la riflessione sulle diseguaglianze al di fuori del Palazzo dell’Arte e e di coinvolgere diverse comunità locali nei loro territori”, come ha spiegato Carla Morogallo, Direttrice generale di Triennale Milano.



