L’arte di vivere il Natale per costruire la cultura dell'apertura e dello scambio
di Sara Giussani
Sapere cogliere il vero significato delle esperienze che viviamo, comprenderne il messaggio autentico, viverne l’atmosfera in ogni sua sfumatura e saper trasformare le innumerevole emozioni che sprigionano in modo sincero e profondo è una vera e propria arte.
Tradurre un’esperienza in opportunità richiede consapevolezza, pratica e volontà. Le Festività per il S. Natale sono una delle occasioni più grandi che abbiamo per recuperare valori smarriti, sentimenti compromessi, immagini annebbiate, sapori dimenticati, è un momento per fermarsi, fare un passo indietro e ripensare il presente.
La vera grande arte però non è solo fare del Natale un evento carico di valore, bensì tradurlo in un nuovo modo di essere, un nuovo modo di pensare che abbia il coraggio di riscoprire la bellezza di ciò che ci circonda, di non darla mai per scontata perché, proprio quando ci lasciamo trarre in inganno da indifferenza e inazione, perdiamo la nostra essenza e ciò che è davvero importante.
In un mondo sempre più dominato da poteri vuoti e artificiali e da logiche anacronistiche che trasformano l’ego di pochi in arma di divisione e paura, saper andare al di là della superficie e riscoprire il vero messaggio che le Festività di questi giorni ci inviano, è nostra responsabilità.
Se parlare di pace, condivisione, ascolto, rispetto, dialogo in uno scenario fatto sempre più di conflitti e ingiustizie è necessario e più che legittimo, allo stesso tempo è sempre più difficile e rischia di tradursi paradossalmente in qualcosa di eccezionale sotto il peso sempre più schiacciante di quella logica, semplice ma pericolosa, che ci porta a normalizzare ciò che invece dovrebbe scandalizzare.
Il Natale porta con sé un messaggio di apertura: apertura verso il diverso, verso l’altro, verso il dialogo, verso il nuovo, verso il futuro, verso ciò che spaventa, verso ciò che non si conosce, verso la speranza … verso noi stessi.
Politiche di chiusura, a livello globale e sociale, tentano di imporre la paura come strumento dominante per costruire ambienti dove le diversità si contrappongano tra loro e diventino l’espediente nelle mani di chi detiene il potere per manipolare la realtà e plasmarla a proprio piacimento. Queste Festività rappresentano ancora di più la nostra più grande chance per contrastare l’ideologia della divisione in nome della cultura dello scambio.
La paura si trasforma in odio e l’odio in violenza: è proprio questa consapevolezza che mai come oggi dobbiamo fare nostra e tradurre in quella forza necessaria per essere agenti di cambiamento e usare il nostro contributo per fare la differenza.
Le Festività natalizie ci danno un grande dono: il valore di una pausa. In ambienti che vanno sempre più veloci, proprio dove bisognerebbe invece rallentare, avere la saggezza di accogliere il dono della pausa e tradurlo in occasione di rinascita è un atto di coraggio.
Come fare dello spirito delle Festività un’esperienza trasformativa in azienda e nella vita?
Essere disposti a rimettersi in gioco. Avere l’umiltà di ripensare i propri modelli di pensiero e di azione non è mai facile perché richiede la disponibilità a uscire dalla propria zona di comfort e interagire con quella componente ignota che fa di un qualunque cambiamento, un’esperienza sorprendente ma mai semplice.
Conoscere meglio se stessi, forse una delle cose più difficili anche se apparentemente così semplice da essere quasi scontata.
Sul lavoro, come nella vita personale, aprirsi agli altri per ascoltarli, comprenderli, capirli, supportarli, per offrire loro la nostra unicità, per dare loro più di quello che si aspettano: tempo, attenzione, rispetto, dignità, gioia, pace, serenità, gratitudine.
Organizzare o partecipare insieme, in azienda così come in famiglia, a un’iniziativa di solidarietà. Fare qualcosa per gli altri, riscoprire il valore della gratuità è il vero segreto della gioia e più siamo contenti, più siamo capaci di guardare alla realtà intorno a noi come sorgente di benessere, attivando quel circolo virtuoso che trasforma un ambiente qualunque in un’esperienza di arricchimento reciproco.
Costruire relazioni interpersonali come luogo dove dare qualcosa, prima di aspettarsi qualcosa dall’altro. Invertire le aspettative attraverso le quali viviamo e interpretiamo la realtà è utile per riscoprire valori autentici e ricalibrare e riallineare le nostre priorità.
Pianificare in anticipo il periodo delle Festività per ridurre al minimo il rischio di perdere il piacere del momento, il senso di quello che si fa e il messaggio che il S. Natale ha per noi. Urgenze, imprevisti, scadenze da rispettare sono tutti elementi che rischiano di tradurre un’occasione di rinascita in una fonte di stress e inefficienza.
Coltivare e diffondere la cultura della gentilezza e dell’attenzione. In una società dove tutto è dovuto e nulla è apprezzato, riscoprire il valore delle piccole cose fa la differenza. Così come i grandi cambiamenti sono fatti da piccoli passi, il potenziale racchiuso nella realtà che ci circonda è nascosto proprio nelle cose più semplici e, in un mondo dominato dal primato della spettacolarità, per portarlo alla luce serve coraggio.
Se “la pace comincia con un sorriso”, come diceva Madre Teresa di Calcutta, perché non provare a cogliere il Natale come occasione per praticare l’arte di questo semplice e meraviglioso gesto comunicativo che racchiude un potenziale inimmaginabile. Il sorriso non è solo un’azione fisica, è uno stato mentale: basta provare a sorridere al telefono per vedere l’effetto che genera sul nostro interlocutore anche in assenza di contatto visivo.
Natale è riscoprire il valore della semplicità, del sapersi fermare e sostare per un attimo all’interno di quello spirito fatto di attesa, speranza, gioia, emozione. In un mondo che ha paura di costruire un futuro migliore, non possiamo permetterci di non cogliere l’opportunità di riportare speranza e coraggio nel nostro luogo di lavoro, nella nostra casa, nella nostra società, nel nostro mondo. Ciascuno di noi è parte attiva dell’ambiente che vive, dal più piccolo al più grande e siamo noi, con le nostre azioni, a plasmarlo e a decidere che ruolo deve giocare.
Saper vivere un’occasione così speciale come il S. Natale parte da dentro di ognuno di noi e per tradurla in un’esperienza trasformativa dobbiamo rieducare la nostra mente a donare, dove donare significa offrire all’altro qualcosa che non si compra ma che, proprio per questo, è prezioso.


