L’analisi SWOT in tempi di incertezza: è solo questione di pianificazione?
di Sara Giussani
“Il modo migliore per predire il futuro è crearlo” (Peter Drucker). Del resto pianificazione è sinonimo di futuro e, prossimo o lontano che sia, porta sempre con sé il fascino dell’incontro tra immaginazione e ignoto.
Perché pianificare non è facile?
· Riguarda il domani, che è tanto intrigante quanto sconosciuto.
· Incertezza è sinonimo di rischio.
· Implica un cambiamento che, per definizione, è sempre difficile.
Partiamo da un presupposto: senza un approccio proattivo e una mente panoramica, la pianificazione rischia di tradursi, da un lato in una semplice azione operativa e dall’altro in un’azione miope e debole.
Quali sono le principali tipologie di pianificazione aziendale?
La pianificazione strategica ha il delicato ruolo di creare l’identità dell’organizzazione e plasmarne il futuro attraverso la definizione di obiettivi di lungo termine (più di 5 anni).
Se la strategia modella la vision e la mission aziendali, la pianificazione tattica individua invece le azioni a medio termine (1-5 anni) necessarie per traghettare l’azienda dal presente al futuro.
La pianificazione operativa infine traduce le azioni in obiettivi a breve termine (meno di 1 anno).
La domanda ora è: un modello gerarchico, strutturato e prevedibile ha ancora senso in ambienti altamente dinamici dove il tempo sfida i suoi stessi confini e perde il suo ruolo di garante dell’ordine?
Sicuramente la piramide temporale è oggi più che mai efficace nel fornire la prospettiva e il metodo analitico-sintetico necessari per tradurre il processo di pianificazione in un asset strategico che richiede all’azienda investimenti mirati e lungimiranti per generare valore. Il suo storico ruolo di guida deve però essere integrato da un’attuale e rinnovata consapevolezza.
Se la pianificazione diventa più che mai strategica, allo stesso tempo diviene sempre più difficile in ambienti dinamici e incerti, dove di fatto diventa quasi impossibile prevedere il futuro. La verità è che pianificare non è più sufficiente: è tempo di creare. Come possiamo pensare di comunicare con realtà imprevedibili e sempre più competitive e globali semplicemente allocando e riallocando risorse che di fatto hanno tutti?
La pianificazione diventa strategica quando va oltre il piano gestionale e si traduce in un gioco dinamico e imprevedibile tra previsione e rischio, calcolo e immaginazione … quel gioco tanto affascinante quanto incerto tra presente e futuro.
Ambienti dinamici richiedono una pianificazione che sia audace, chirurgica, creativa: l’obiettivo non è gestire ma costruire. L’analisi SWOT diventa lo strumento perfetto che si colloca all’interno di questo equilibrio, fragile ma solido allo stesso tempo, fra azienda e ambiente, un incontro e confronto fra identità e bisogni differenti. È prima di tutto un modo di pensare e agire che facilita lo sviluppo di una visione integrata attraverso un processo di scomposizione organizzativa e analisi multicomponenziale.
In che cosa consiste l’analisi SWOT? La matrice, tanto semplice quanto strategica, aiuta un sistema a ottimizzare le proprie risorse, andando ad agire proprio dove ambiente intra ed extra organizzativo si incrociano e dialogano per allineare la dimensione endogena (punti di forza e punti di debolezza) alla dimensione esogena (opportunità e minacce).
Le origini della matrice sono da far risalire a uno studio condotto da Albert Humphrey (economista statunitense, 1926 – 2005), nell’ambito dello Stanford Research Institute nel 1960, all’interno di una ricerca con lo scopo di capire perché, in particolare in grandi aziende americane, spesso la pianificazione risultava fallimentare. La conclusione principale alla quale si giunge, individua nel management l’incapacità di definire obiettivi strategici ma efficaci allo stesso tempo. Emerge quindi la necessità di integrare il processo di pianificazione con un’analisi organizzativa preliminare endogena ed esogena.
Quale il valore aggiunto di questo strumento?
· Prima di essere una matrice gestionale è un modello cognitivo.
· Offre all’azienda un metodo di lavoro, valido per qualunque contesto e altamente personalizzabile.
· Promuove un’analisi integrata intra ed extra organizzativa che consente di sviluppare e mantenere un approccio globale e strategico.
· Pone l’azienda all’interno di un orizzonte spazio-temporale ampio e di lungo raggio, l’unico in grado di comunicare con scenari sempre più incerti.
· Insegna a guardare alla componente del rischio come opportunità, favorendo in questo modo quella prospettiva proattiva e creativa che fa la differenza.
La domanda oggi non è più solo come integrare la metodologia SWOT in modo efficace all’interno del processo di business management per un sistema più efficiente e produttivo. Il punto è un altro: creare una nuova cultura aziendale ed è proprio da qui che nasce l’urgenza di ripensare la matrice per allinearla allo scenario contemporaneo.
Se negli anni ’60 lo strumento è nato per rispondere principalmente a un’esigenza di carattere operativo-gestionale emersa dalla consapevolezza di definire obiettivi organizzativi più efficaci, oggi lo stesso strumento deve essere rinnovato per soddisfare questa volta un bisogno primariamente di tipo culturale. Il modello SWOT-X (Sara Giussani) nasce proprio con lo scopo di integrare la matrice originale con un livello ulteriore: il fattore umano (X).
La domanda sottesa al nuovo schema è semplice ma provocatoria: in che modo utilizzare lo strumento in modo efficace se non si crea prima l’ambiente idoneo, in grado di capirlo e farlo proprio? L’elemento centrale del modello SWOT-X è la percezione individuale, e quindi collettiva, rispetto alle quattro componenti in gioco.
Dal punto di vista operativo, il nuovo strumento propone una serie di quattro distinti questionari con i quali l’azienda ha la possibilità di rilevare e valutare l’immagine che gli attori organizzativi hanno dell’ambiente interno ed esterno e come interagiscono con esso. La valutazione porterà quindi all’emergere di tre possibili scenari nei quali azioni correttive, di miglioramento o rinforzo sono necessarie per costruire le condizioni per tradurre la metodologia SWOT, e quindi la matrice SWOT-X, in un nuovo stile di vita aziendale.
Senza un allineamento ideologico e gestionale qualsiasi strumento introdotto in un sistema porterebbe solo a un aumento dell’entropia e a una dispersione di risorse. Pianificazione, oggi, significa azione, non reazione: il focus non è sul presente, ma sul futuro.