La sostenibilità non è affatto una questione di (sola) rendicontazione
di Maurizio Nadalutti
Quando si sente parlare di sostenibilità pare quasi che la vera preoccupazione siano gli obblighi di rendicontazione che verranno progressivamente introdotti.
Il problema reale è però un altro: generalmente manca una vera e propria cultura improntata alla sostenibilità.
Tant’è che molti operatori economici, in particolare quelli che meno sentono propri i principi ESG, vedono questo nuovo obbligo contabile come un ulteriore adempimento che si aggiunge agli altri. Con annesse nuove spese da sostenere.
Cosicché, sorge il timore che i soli obblighi di rendicontazione ESG, se non accompagnati da altre concrete misure volte a sostenere la sostenibilità, invece di raggiungere i risultati sperati, finiscano per alimentare nuove forme di impegno solo in apparenza, come i ben noti fenomeni di greenwashing, social washing, ecc…
Prima ancora della rendicontazione di sostenibilità, ciò che occorre veramente è dunque un cambio culturale, un nuovo approccio alla quotidianità. La sostenibilità è uno stile di vita, una strategia d’impresa, è l’azione quotidiana improntata al futuro, alla generazione di valore condiviso. Solo così si potrà centrare gli obiettivi di sostenibilità fissati dalle Nazioni Unite (Agenda 2030).
A questo fine, devono scendere in campo in prima linea le istituzioni governative degli Stati, che sono chiamate a sensibilizzare privati cittadini e imprese con azioni concrete, promuovendo le “buone pratiche”.
Come fare? Per iniziare si dovrebbe meglio servirsi della leva fiscale, la quale può avere senz’altro un ruolo di primo piano. L’introduzione di tributi, tariffe o canoni aggiuntivi volti a disincentivare pratiche che danneggiano l’ambiente – come l’utilizzo di prodotti inquinanti o il consumo irresponsabile di risorse scarse, nella logica di “chi inquina paga” – oppure finalizzati a scoraggiare azioni in contrasto con gli obiettivi di sviluppo sociale, può senz’altro condurre a risultati significativi. Così come lo strumento degli incentivi, sotto qualsiasi forma (contributi pubblici, detrazioni fiscali, ecobonus, ecc…), destinati a favore di investimenti “green” e più in generale di “buone pratiche” anche nell’ottica della crescita e della coesione sociale, deve essere maggiormente sfruttato.
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