Il concetto di turismo sostenibile, sebbene sia stato oggetto di studio per decenni, rimane un campo aperto e in continua evoluzione. Con l'adozione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e dei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) nel 2015, si è verificata una svolta fondamentale nel modo di concepire il rapporto tra turismo e sostenibilità. L'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha riconosciuto esplicitamente il ruolo del turismo nel contribuire al progresso di tutti i 17 OSS, menzionandolo in particolare negli obiettivi su "Lavoro dignitoso e crescita economica" (OSS 8), "Consumo e produzione responsabili" (OSS 12), e "La vita sott'acqua" (OSS 14).
Le insostenibilità del modello dominante
Il modello di sviluppo turistico attuale, spesso definito come "turismo dominante", è caratterizzato da una crescita incontrollata, alimentata dall'aumento dei viaggi a basso costo, dall'espansione della classe media globale e dalla tendenza a percorrere distanze maggiori in tempi più brevi. Questo modello genera una serie di insostenibilità strettamente interconnesse, con conseguenze significative per l'ambiente e la società.
Impatto ambientale: l'impronta di carbonio e l'inquinamento
Un'importante criticità è l'impronta ambientale del turismo, in particolare il suo contributo al cambiamento climatico. Il settore dei trasporti, specialmente l'aviazione, è il principale responsabile delle emissioni di gas serra legate al turismo, contribuendo a circa il 75 per cento del totale, mentre gli alloggi rappresentano il 21 per cento. Secondo uno studio, l'impronta di carbonio del turismo globale è cresciuta a 4,5 GtCO2e tra il 2009 e il 2013, rappresentando circa l'8 per cento delle emissioni totali di gas serra a livello mondiale. Oltre al cambiamento climatico, il turismo contribuisce all'inquinamento marino e alla produzione di rifiuti. Durante l'alta stagione, il turismo costiero e balneare è una delle principali fonti di rifiuti marini nel Mediterraneo, arrivando ad aumentare i rifiuti del 40 per cento. Le navi da crociera, in particolare, rilasciano enormi quantità di liquami e acque reflue in mare. In Italia, Venezia, Civitavecchia, Livorno, Napoli, Genova e La Spezia sono fra i porti più inquinati al mondo a causa delle intense emissioni di ossidi di zolfo, azoto e particolato generate dalle navi da crociera. L'impatto ambientale è accentuato anche dall'elevato consumo di risorse, in particolare l'acqua, con i turisti che consumano fino a quattro volte la quantità di acqua utilizzata da un residente.
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