La mappa dei dazi: il kick off dell’analisi e la classificazione doganale delle merci
di Ettore Sbandi
I dazi imposti dall’amministrazione Trump nei confronti di taluni beni in importazione negli USA colpiscono un’ampia serie di prodotti, tutti individuati per codice di Nomenclatura Combinata. Lo stesso approccio è adottato con riferimento ai dazi applicati con approccio più selettivo, come avviene, ad esempio, per i prodotti in acciaio ed alluminio e per i loro derivati, dove ad essere colpiti non sono tout court i beni dei capitoli 73 e 76 della nomenclatura combinata ma solo alcuni tra questi.
Già da questo cenno, è possibile rispondere alla domanda che, oggi, per l’impresa è la più frequente: se i propri prodotti siano o meno colpiti, a destino, da una nuova e quasi sempre molto rilevante fiscalità di confine, oppure se siano esenti; ovvero, ancora, se essi rientrino in una fiscalità speciale o solo in una orizzontale, di base.
Per rispondere a queste domande è necessario partire dal principale fattore in base al quale i dazi sono calcolati - ossia la classificazione doganale del bene, che assieme all’origine, al valore ed alla quantità, ed in combinazione con essi, determina il quantum dovuto al confine - come dazio generale o applicato sulla base della regola della nazione più favorita, per cui un trattamento identico deve essere concesso, salve circostanze eccezionali, a tutti i paesi aderenti al WTO.
La classificazione doganale dei beni si fonda infatti su un Sistema Armonizzato (Harmonized System – HS) condiviso a livello mondiale da tutti i Paesi parte del WTO e fatto proprio, declinato in una nomenclatura e con alcuni distinguo, anche dagli USA. Ovviamente, a livello speculare, gli stessi principi si applicano all’import nell’UE, avendo la stessa adottato una Nomenclatura Combinata in base alla quale ogni bene esistente in commercio è individuato e tassato con aliquota di dazio.
E sulla stessa nomenclatura si basano tutte le misure di protezione del mercato adottate dall’UE, quale quelle che denominiamo antidumping, anti-sovvenzione o compensative, tutte comunque applicabili nei confronti di beni dettagliatamente classificati, in genere con criterio standard ad valorem.
Si rammenta, infatti, che i dazi assumono diverse forme, ma tutte riferite alla classificazione del bene in questione; si annoverano infatti:
i dazi ad valorem, quelli ordinari, applicati in funzione della percentuale riferita al valore doganale (per l’UE, ad es. il burro di arachidi VD 20081110, tassato per 12,8 per cento sul valore);
i dazi specifici, applicati in funzione di elementi quantificabili diversi dal valore, come le unità di prodotto, il peso o il volume (per l’UE, ad es. la farina di riso VD 11029050, tassata per 138€/t);
i dazi composti, applicati combinando un elemento tariffario ad valorem con un elemento specifico (per l’UE, ad es. la farina di pane azimo VD 19’59010, tassata per 3,8 per cento+15,9€/100Kg/net).
Ecco, dunque, che la mappatura dei beni e la loro classificazione doganale assurge al ruolo di vero e proprio fondamento dell’intera analisi di impatto e delle eventuali misure correttive, come lo sarà, al contrario, per i beni USA allorquando (e se) entreranno in vigore le misure di retaliation, oggi adottate ma sospese fino a luglio, con applicazione del 25 per cento su beni precisamente individuati per codice NC.
È vero che i dazi orizzontali sono oggi negli USA, già applicati, ma sono esclusi, ad esempio, i prodotti farmaceutici (VD da 3001 a 3005), o i semiconduttori (da 8541 a 8542), ovvero i diamanti (7102). Oppure ancora, è vero che i prodotti derivati dell’alluminio o dell’acciaio sono daziati al 25 per cento, ma tra questi ultimi lo sono, per esempio, i mobili per sedersi, ma non tutti, in quanto ad essere colpiti dalla sovrattassa sono solo i beni di cui alla voce 94032000.
Il processo di classificazione è complesso e si basa su regole interpretative precise (c.d. RGI da 1 a 6) e muoversi tra queste regole può consentire, per esempio con lievi innesti, modifiche o interventi sulla distinta base, di sfuggire ai nuovi dazi o mitigarne l’impatto.