“Intreccio” - LE PAROLE DI BLAST
di Cristina Marchesan
“Nell’intrecciare” le lunghe chiome elaborando svariati tipi di acconciatura o per raccoglierle, infine, in nostalgiche trecce infiocchettate, le nostre nonne dicevano che prima fossero auspicabili almeno cento colpi di spazzola.
Il riordinare i capelli “intrecciandoli” con l’intento di impedirne un selvaggio aggrovigliarsi, durante le varie attività quotidiane, fa presumere che la parola “intreccio” racchiuda in sé un consistente valore tecnico di base che, ovviamente, non riguarderebbe solo l’estetica delle nostre pettinature.
Con molta probabilità, potremmo intuire come già l’individuo ne fosse conscio fin dai tempi più remoti in cui risultava di vitale importanza essere in grado di costruire strumenti - come cordame, reti da caccia o da pesca, ceste e indumenti - assolutamente necessari per garantirne la sopravvivenza e che lui e la sua famiglia confezionavano con materiali per noi improbabili ma che loro usavano abitualmente. Imparare le diverse tecniche “dell’intreccio” era quindi determinante per far fronte all’ambiente ostile in cui vivevano.
In tempi più moderni, certamente, l’avvento della tecnologia permette di produrre grandi quantitativi di merci e oggettistica così, gradualmente, la manodopera di alcuni settori, come ad esempio quello del tessile, si è dovuta adeguare ai cambiamenti modificando l’esecuzione del lavoro svolto in funzione delle macchine adoperate per la fabbricazione. “Dall’intrecciare” manualmente, si è quindi passati ad una massiccia produzione industriale, promuovendo un enorme sviluppo economico del settore così come lo conosciamo oggi.
“Intreccio dopo intreccio”, dal capo unico confezionato dalle abili mani della nonna si è via via passati alle lavorazioni fatte in serie attraverso l’ausilio di appositi macchinari. Sicuramente, ciò consente un abbassamento dei prezzi al consumo; ma è sempre un bene?
La durata media dei nostri capi di abbigliamento e della maggior parte degli altri prodotti tessili per la casa sembrerebbe essere impostata all’insegna dell’obsolescenza, mentre il vecchio - anzi, l’antico - maglione “intrecciato” a mano, avuto in regalo mille Natali fa, giace dimenticato, ma integro, in un angolo dell’armadio.
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