Interpelli, scienza e intelligenza artificiale: quando la buona prassi fa vincere tutti
di Chiara Forino
Immagina di voler capire se una norma fiscale si può applicare al tuo caso concreto. Magari non hai nessuna competenza tecnica al riguardo, ma hai un metodo, tanta determinazione e un alleato potente: l’intelligenza artificiale. Da queste premesse nasce l’interpello oggetto di questo articolo, interessante dalla sua genesi fino alla risposta. Dalla storia vera di un divulgatore e ricercatore scientifico che ha scoperto un vuoto normativo e non si è arreso alla burocrazia.
L’Italia è il Paese con i più alto numero di leggi al mondo. Almeno, questo è quello che ti dice qualsiasi Intelligenza Artificiale, anche se nemmeno lei sembra in grado di quantificare l’esatto numero di leggi in vigore nel Belpaese. Le stime vanno da 10mila a oltre 250mila, contando leggi, decreti, atti regionali e locali.
All’ipertrofia normativa si deve aggiungere quello che Marcello Clarich definisce “disordine normativo”: emanazioni e modifiche frequenti, interventi “poco coordinati tra loro, mal scritti, poco conoscibili e interpretati in modo incerto e incostante”.
Queste due poco lusinghiere caratteristiche del nostro impianto normativo si accompagnano a una terza: un linguaggio inutilmente “astruso”, involuto nella forma e più orientato all’analisi teorica anche del minimo dettaglio che a indirizzare chiaramente la realtà in sede applicativa.
Così accade che un privato cittadino, per quanto abituato a temi complessi come la ricerca scientifica, davanti a un testo giuridico tecnico, contorto, disseminato di continui rinvii ad altre normative e redatto con frasi lunghissime, piene di parentesi, incidentali e subordinate, abbia la sensazione di trovarsi di fronte a un enigma, più che a una legge mirata a regolamentare la vita reale.
Solamente che non risolvere un gioco della settimana enigmistica non comporta alcun problema, ma non riuscire a capire come una legge si applica al caso concreto può avere conseguenze importanti.
Così il nostro concittadino, rientrato in Italia nel 2020 dopo avere usufruito, avendone tutti i requisiti, del regime normato dall’articolo 44 c. 3-ter del DL. 78/2010, noto come “Rientro Cervelli”, quando si è chiesto se la nascita del secondo figlio, avvenuta in Italia nel 2025, gli consentisse di estendere la durata dell’agevolazione, si è trovato di fronte a un ostacolo ritenuto dai più insormontabile e di esclusiva competenza dei tecnici: la complessità della legge italiana.
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