In 25 anni il Fisco ha letteralmente perso 509 miliardi di crediti
di Pierpaolo Molinengo
1.279,8 miliardi di euro: ammonta a questa cifra il magazzino dei ruoli che sono stati affidati ai diversi enti creditori nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 gennaio 2025. E il 40 per cento di questi (pari a circa 509 miliardi di euro) con ogni probabilità non saranno mai recuperati, considerando che il contribuente potrebbe essere:
● interessato da procedure concorsuali;
● deceduto;
● un nullatenente
● un’impresa cessata.
Per una buona parte di questo magazzino – parliamo di qualcosa come 580,8 miliardi di euro – gli agenti incaricati della riscossione hanno peraltro già provveduto, nel corso degli anni, ad effettuare delle azioni esecutive o cautelare (o entrambe). La parte rimanente è costituita da:
● crediti interessati da provvedimenti di sospensione: circa 50,9 miliardi di euro;
● crediti interessati da rateizzazioni in corso: 34,7 miliardi di euro;
● crediti per i quali devono ancora essere avviate azioni cautelari e/o esecutive: 101,2 miliardi di euro.
Questa è, in estrema sintesi, la fotografia scattata da Vincenzo Carbone, direttore dell’Agenzia delle Entrate e di Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Il magazzino fiscale dell’AdER
Carbone ha messo in evidenza – mentre presentava questi dati il 27 marzo scorso in audizione alla VI commissione Finanze e Tesoro del Senato – come il magazzino della riscossione abbia registrato una crescita costante nel corso del tempo, tanto da arrivare ad assumere una consistenza senza dubbio anomala. Il magazzino fiscale dell’AdER è certamente alto, ma non bisogna dimenticare che la riscossione, nel corso degli anni, è migliorata, passando da circa 3 miliardi di euro registrata nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005 – quando era affidata a dei soggetti privati – ad una media annuale che oscilla intorno ai 7,5 miliardi di euro del periodo 2006-2016, quando era gestita da Equitalia. Un ulteriore miglioramento è stato registrato tra il 2017 ed il 2024, quando si è passati a 12,4 miliardi di euro. Gli ultimi due, indubbiamente, sono stati quelli più brillanti: il recupero si è attestato a 14,8 miliardi nel 2023 e a 16 miliardi nel 2024.
Il magazzino dei crediti è composto come segue:
● per l’84 per cento da crediti di natura erariale, che proviene, in altre parole, dalle agenzie fiscali, come Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Agenzia del Demanio;
● per il 12 per cento da Inps e Inail, costituiti, quindi, da crediti contributivi o previdenziali;
● per il 2 per cento dai Comuni: in questo caso stiamo parlando di Imu, Tari e delle sanzioni per violazioni al Codice della strada;
● per il 2 per cento da altre tipologie di enti impositori, tra i quali rientrano, solo per fare un esempio, Regioni, Casse di previdenza, Camere di commercio, Ordini professionali eccetera.
Quanto sono vecchi i crediti da incassare
Volendo, invece, dare uno sguardo alla vetustà dei crediti residui, si nota che il 39 per cento del magazzino è maturato dopo il 2017, mentre il 35 per cento risale al periodo compreso tra il 2011 ed il 2017; ulteriormente il 26 per cento – pari a 336 miliardi di euro – è dato da crediti affidati fino al 2010, quindi con più di 15 anni.
Inoltre, la stragrande maggioranza delle cartelle esattoriali, degli avvisi di addebito e degli avvisi di accertamento (225,3 milioni su 296 milioni) ha un importo inferiore a 1.000 euro.
Andando, invece, a dare uno sguardo alla platea dei contribuenti con dei residui da riscuotere, si tratta di circa 22,3 milioni di soggetti dei quali:
● 3,5 milioni persone giuridiche, ossia società, fondazioni, enti, associazioni;
● 18,8 milioni persone fisiche. Di questi 2,9 milioni sono titolari di un’attività economica (artigiani, liberi professionisti, eccetera).
Più della metà dei soggetti – il 60 per cento – è stato iscritto a ruolo in almeno 10 differenti annualità. Viene registrata un’alta recidività dei soggetti iscritti a ruolo: l’87 per cento del valore del magazzino si riferisce a 1,32 milioni di contribuenti che hanno dei debiti superiori a 100mila euro.