Immobili e Terzo Settore: le regole fiscali tra opportunità e vincoli
di Pamela Rinci
L’acquisto e la gestione di immobili da parte degli enti del Terzo Settore non rappresentano semplicemente un’operazione patrimoniale: sono scelte strategiche che possono rafforzare l’identità e la continuità della missione di un ente, ma che al contempo richiedono un’attenta pianificazione fiscale e una conoscenza approfondita della normativa di settore.
Il Codice del Terzo Settore ha introdotto una disciplina fiscale specifica che, se ben compresa, offre agli enti reali opportunità di risparmio e patrimonializzazione sostenibile, pur imponendo vincoli stringenti che richiedono prudenza e attenzione operativa.
Acquistare un immobile: le condizioni dell’agevolazione fiscale
Gli enti iscritti al RUNTS (OdV, APS, fondazioni e associazioni riconosciute, enti filantropici, imprese sociali e cooperative sociali) possono beneficiare dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa, pari a soli 200 euro ciascuna, per l’acquisto di immobili destinati a finalità istituzionali.
Una possibilità che consente risparmi fiscali significativi rispetto all’applicazione delle aliquote ordinarie, ma che non è priva di condizioni: l’ente deve impegnarsi, con dichiarazione in atto, a destinare l’immobile alle proprie attività istituzionali entro cinque anni dall’acquisto e a mantenerne tale destinazione, pena la decadenza dall’agevolazione, il recupero delle imposte ordinarie, l’applicazione degli interessi e una sanzione del 30 per cento.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.