Il mercato professionale e imprenditoriale vive una trasformazione guidata dall’AI con una velocità senza precedenti. Questo oramai è sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, mentre l'attenzione mediatica si concentra principalmente sugli aspetti tecnologici e sul software, dove le versioni aggiornate si susseguono a cadenza settimanale, emerge con sempre maggiore evidenza come il vero valore aggiunto in ogni professione e attività manageriale risieda nella competenza umana che accompagna, guida e controlla le nuove tecnologie. In sostanza, la competenza umana non solo resta centrale, ma emerge come l’elemento distintivo in un mercato dominato dalla tecnologia. L’elemento umano sta così diventando il vero fattore che può trasformare il potenziale dell'AI in risultati concreti per le organizzazioni. Ciò vale tanto per l’utente finale dell’AI, che deve saperla utilizzare e avere una cultura aggiornata all’interazione uomo-macchina intelligente, sia al consulente che deve saper guidare passo per passo le organizzazioni nella scelta, applicazione e gestione dell’AI nelle attività quotidiane.
La trasformazione in atto
Nel cuore della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo, l'intelligenza artificiale non rappresenta più solo un fattore di innovazione, ma un cambio culturale di paradigma, che ridefinisce il modo stesso di lavorare delle organizzazioni. I dati di mercato di questo cambiamento sono impressionanti: secondo le più recenti analisi di mercato condotte da Grand View Research, il settore dell'AI si appresta a raggiungere un valore globale di 1.811,8 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 38,1% nel periodo 2023-2030. Questi numeri nascondono una verità fondamentale: la tecnologia, per quanto avanzata, rappresenta solo la punta dell'iceberg. Il vero valore si nasconde nella capacità di integrare queste soluzioni nei processi aziendali, di ripensare i modelli organizzativi e di sviluppare nuove competenze. È qui che entra in gioco il ruolo strategico della consulenza specializzata e il valore di avere utilizzatori consapevoli e formati.
Dall'automazione alla trasformazione strategica
La vera rivoluzione dell'AI non sta tanto nell'automazione dei processi, dunque, quanto nella capacità di trasformare radicalmente il modo in cui le organizzazioni operano e prendono decisioni. Le aziende si trovano di fronte a una sfida che va ben oltre l'implementazione tecnologica: devono ripensare i propri modelli di business, riconfigurare le competenze interne e sviluppare nuove modalità di lavoro. In questo contesto, il consulente specializzato in AI assume un ruolo cruciale di "traduttore" e "facilitatore". Non si limita a suggerire quale software adottare, ma aiuta le organizzazioni a gestire questa trasformazione complessa, bilanciando opportunità e rischi, guidando il cambiamento culturale e assicurando che l'implementazione dell'AI sia allineata con gli obiettivi strategici dell'azienda e dello studio.
Il nuovo paradigma della consulenza AI
Per le ragioni di cui sopra, la consulenza in ambito AI sta evolvendo verso un modello sempre più sofisticato e multidisciplinare. Non si tratta più solo di expertise tecnologica, ma di una combinazione di competenze che spaziano dalla strategia aziendale alla gestione del cambiamento, dall'analisi dei dati all'etica dell'AI.
I consulenti e poi gli utenti dell’AI devono saper integrare diverse prospettive:
La dimensione strategica: comprendere come l'AI può creare valore per l'organizzazione e definire una roadmap di implementazione coerente con gli obiettivi aziendali.
La dimensione operativa: guidare la trasformazione dei processi e l'integrazione delle soluzioni AI nel tessuto organizzativo.
La dimensione umana: gestire l'impatto sul capitale umano, favorire lo sviluppo di nuove competenze e facilitare il cambiamento culturale.
La dimensione etica: assicurare che l'implementazione dell'AI rispetti principi etici e normativi, costruendo fiducia e trasparenza.
Intelligenza umana e intelligenza artificiale: il loro balance disegnerà il futuro
A fronte delle innumerevoli opportunità, l’ingresso dell’AI nel mondo professionale e nel business in generale presenta sfide significative che bisogna considerare ed essere preparati ad affrontare. La rapidità dell'evoluzione tecnologica richiede un aggiornamento continuo delle competenze e una flessibilità mai vista in precedenza. Inoltre, la complessità delle soluzioni AI richiede ai consulenti di sviluppare capacità di comunicazione efficaci per tradurre concetti tecnici in termini comprensibili e applicabili per il management aziendale e di studio, e richiede apertura mentale e flessibilità per i destinatari, che devono spesso mettere mano ad abitudini di lavoro consolidate e nuovi paradigmi lavorativi dominati dalla presenza dell’AI.
Per le organizzazioni, la scelta del partner consulenziale diventa quindi cruciale, così come la selezione dei professionisti che faranno da apri-pista in studio e veicoleranno in un rapporto peer-to-peer agli altri colleghi i risultati e le competenze acquisite con l’uso dell’AI. Attenzione, dunque ad operare scelte interne legate all’età (si pensa che i più giovani siano i più interessati o i più portati verso la tecnologia, ma non sempre è così), oppure al carico di lavoro (si scelgono collaboratori che hanno più tempo per formarsi), o ancora legate alla posizione gerarchica (si scelgono i titolari, per la posizione ricoperta). La scelta delle persone che faranno da apri-pista nell’uso della tecnologia AI deve essere legata alle attitudini personali, alle capacità relazionali e alle prospettive di crescita all’interno dello studio. Selezionati bene gli ambasciatori interni dell’AI, metà del lavoro sarà già compiuto.