Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, Sezione Quinta, ha appena sfornato una sentenza (n. 3348/2025) che, diciamocelo, farà storia. Non tanto per la bocciatura della bocciatura – il ricorso è stato respinto, confermata la bocciatura della studentessa ricorrente – quanto per l’acuminata ramanzina all’avvocato.
La sentenza “boccia”, infatti, anche l’avvocato che ha difeso la causa di una studentessa non ammessa alla classe successiva con ben cinque insufficienze.
Il TAR, infatti, ha rilevato una sfilza di precedenti giurisprudenziali citati nel ricorso che, ad un “controllo” (probabilmente, un rapido scroll su un banale motore di ricerca), si sono rivelati totalmente non pertinenti. Parliamo di sentenze usate per sostenere tesi sulla non ammissione, ma che in realtà riguardavano:
controversie urbanistiche ed edilizie,
diniego di condono edilizio,
diniego di nulla osta per volo da diporto,
diritto di accesso in materia di tutela degli animali,
gestione di centri di accoglienza, e
indennità in materia di pubblico impiego.
Una serie di vere e proprie... “allucinazioni”.
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