Una grande azienda, tipicamente nel nord ovest, investe e spinge sul digitale. Questo è il profilo di impresa attualmente più diffuso sul fronte “Information and Communication Technology”. Permane al contempo una percentuale di piccole e medie realtà, magari nel Mezzogiorno, che faticano a destinare risorse alla digitalizzazione e ad avanzare in quel ramo.
È il ritratto che emerge dal Report 2025 di Assintel, l’associazione ICT di Confcommercio. Il documento analizza il mercato digitale italiano, un settore capace ormai di oltrepassare il valore complessivo di 44,3 miliardi di euro, con una crescita del 4,5 per cento prevista per l’anno in corso: nel 2024 si fermava al 4 per cento.
Se rimangono ancora alcuni ostacoli da affrontare, il Rapporto - per celebrare la sua 20esima edizione - ha anche proposto un piano programmatico di agenda digitale mediante 10 “proposte operative”, con cui chiedere interventi di riforma dalla scuola agli appalti, “per una svolta del Paese” che volga lo sguardo al futuro.
Le prospettive dell’asset del Digitale
Il segmento evidenzia dunque una “tendenza positiva” con buone prospettive che si proiettano sul prossimo anno, per il quale le stime disponibili confermano un tasso superiore al 4 per cento.
Nel frattempo, il contesto economico nazionale continua ad essere attraversato da incertezze e criticità, in un quadro internazionale “non favorevole e in significativo mutamento”.
In questo panorama, “le tecnologie ICT appaiono ormai come un asset irrinunciabile per le aziende italiane”: il documento - realizzato con le società di ricerca TIG, Istituto Ixè e Webidoo Insight Lab - mostra che, in tutte le classi dimensionali, 3 imprese su 10 immaginano un aumento di budget riservato al digitale nel 2026. Nel 2025 il dato è pari al 19 per cento.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.


