Il re è nudo: non è (più) la fiscalità a frenare le aggregazioni tra professionisti
di Michele D’Agnolo
Negli ultimi anni si è molto discusso sulle barriere che ostacolano le aggregazioni tra professionisti, con particolare attenzione agli aspetti fiscali. La recentissima riforma del reddito di lavoro autonomo, che ha introdotto la neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione, sembrava destinata a incentivare fusioni e integrazioni tra studi. Eppure, l'atteso boom di operazioni straordinarie non si è verificato. Come mai?
A livello tributario, è vero che persiste qualche ulteriore criticità, come lo “scalino fiscale” che si incontra nel passaggio dal regime forfetario a quello ordinario, che può rappresentare un ostacolo per i piccoli professionisti. Tuttavia, ridurre la questione della mancata crescita dimensionale degli studi a un problema fiscale significa ignorare la realtà dei fatti. La verità è che le vere resistenze sono di natura culturale e psicologica.
Dopo venticinque anni di esperienza nella consulenza direzionale per studi professionali, posso affermare con certezza che i professionisti italiani sono profondamente individualisti e spesso diffidenti nei confronti dei propri colleghi. Questi due fattori pesano molto più delle questioni fiscali nel determinare la scarsa propensione ad aggregarsi. La paura di perdere autonomia, di dover gestire dinamiche interpersonali complesse e di affrontare momenti difficili senza strumenti adeguati frena più di qualsiasi aliquota fiscale.
Eppure, queste barriere non sono insormontabili. Con un'accurata pianificazione e un percorso strutturato, le aggregazioni possono non solo avvenire, ma anche prosperare. Serve un vero e proprio "corso prematrimoniale" per professionisti: un percorso di formazione e accompagnamento che aiuti gli studi a valutare le affinità elettive, a comprendere le dinamiche della collaborazione, a sviluppare meccanismi di governance efficaci e a costruire un rapporto di fiducia reciproca.
In molti casi, l'anima gemella professionale esiste, ma il professionista non ha modo di contattarla direttamente. Fortunatamente, oggi esistono portali e piattaforme dedicate allo scouting di partner professionali, che facilitano l'incontro tra studi complementari o con obiettivi comuni. Questi strumenti rappresentano un'opportunità importante per superare le barriere iniziali e dare vita a collaborazioni solide e vantaggiose.
Un ulteriore ostacolo è che, nel percorso di preparazione di un professionista, non vengono affrontate discipline manageriali e trasversali che, invece, successivamente diventano fondamentali per la corretta gestione delle aggregazioni. Tuttavia, queste competenze possono essere apprese anche in un secondo momento. Esistono testi pratici, metodi consolidati. Proprio come si imparano il bilancio, la dichiarazione dei redditi, la busta paga o qualsiasi altra prestazione professionale. Investire nella formazione manageriale può fare la differenza tra un'aggregazione fallimentare e una di successo.
Gli studi professionali più strutturati e organizzati godono di vantaggi competitivi indiscutibili: maggiore capacità di attrarre talenti, migliore accesso a clienti di alto profilo, più forza contrattuale e più risorse per investire in innovazione e tecnologia. Le opportunità ci sono, ma senza un cambio di mentalità sono destinate a rimanere sulla carta.
La fiscalità non è più la scusa: il vero ostacolo è nella testa dei professionisti. Il primo passo per superarlo? Guardarsi allo specchio e accettare che il futuro della professione passa attraverso la collaborazione e la crescita dimensionale. Il re è nudo, è ora di rendersene conto.