Nel mondo del lavoro italiano qualcosa è cambiato, e non da ieri. La pandemia, che oggi sembra solo un lontano e sgradito ricordo di divieti, restrizioni e multe, ha avuto (anche) un effetto implicito: quello di portare a ripensare l'immagine del lavoratore a tempo indeterminato, grato e silenziosamente devoto alla propria azienda fino alla pensione. Ormai è un'icona d'archivio? La risposta è un eloquente sì, considerando che anche chi ha un contratto stabile sceglie di dimettersi, e spesso lo fa senza avere un'alternativa immediata, un contratto migliore, con un ricco pacchetto welfare, orari più flessibili o più vicinanza a casa.
Ciò che va evidenziato è che non si tratta di pochi casi isolati. Sparuti esempi di lavoratori controcorrente. Tutt'altro, e lo dicono i numeri.
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