Il Digital Omnibus: riflessi strategici sull'implementazione e sull'applicazione dell'IA Act
di Lorenzo Romano
L’Unione Europea ha investito notevoli risorse normative nella costruzione di un quadro giuridico digitale coeso, culminato in pilastri fondamentali quali il Digital Services Act (DSA), il Digital Markets Act (DMA), il Data Act (DA), e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), a cui si è aggiunto il fondamentale AI Act (Regolamento UE 2024/1689).
Alcuni giorni fa la Commissione Europea ha pubblicato il Digital Omnibus, un pacchetto di misure con l’obiettivo di razionalizzare e aggiornare l’intera architettura legale digitale dell’Unione Europea, che include proprio quei regolamenti.
In termini semplici, l’Omnibus funge da “manutenzione normativa”. La sua necessità nasce dal rapido succedersi di regolamenti che hanno creato sovrapposizioni e oneri amministrativi eccessivi, rischiando di frenare l’innovazione. Lo scopo è duplice: garantire chiarezza giuridica, soprattutto nell’applicazione transfrontaliera, e assicurare che le rigorose regole dell’UE siano effettivamente gestibili. Questa semplificazione rientra anche in una strategia economica per affrontare il divario tecnologico con potenze come Stati Uniti e Cina e aumentare la competitività delle imprese europee.
L’AI Act, che disciplina l’Intelligenza Artificiale basandosi sul rischio, è al centro del Digital Omnibus. Il pacchetto non modifica i requisiti sostanziali di sicurezza, trasparenza e tracciabilità richiesti per i sistemi di IA ad Alto Rischio (HRA), ma si concentra sul facilitare l’applicazione pratica di questi obblighi.
Il Digital Omnibus agisce come un “ponte normativo” attraverso tre meccanismi principali:
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.


