Il lavoro da remoto è stato il simbolo della flessibilità.
Almeno all’inizio.
Nel giro di pochi anni – complice la pandemia, l'accelerazione digitale e la pressione competitiva – il concetto stesso di “smart working” si è trasformato.
Da conquista di autonomia a potenziale terreno di controllo.
L’intelligenza artificiale, oggi, entra silenziosamente nella quotidianità del lavoro da remoto: analizza comportamenti, rileva pattern anomali, segnala cali di produttività. Il tutto senza bisogno di supervisione diretta.
Non parliamo solo di badge digitali o report attività. Parliamo di sistemi che monitorano la tua attività in tempo reale, ne tracciano i movimenti, e li interpretano.
Se ti allontani per troppo tempo, se scrivi meno del solito, se cambi il ritmo: l’AI lo vede. E lo registra.
Contesto tecnologico e normativo
Le tecnologie di sorveglianza lavorativa si stanno evolvendo da semplici “time tracker” a piattaforme di osservazione intelligente.
Le principali funzionalità oggi attive in molte aziende includono:
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