Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia

Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia

Economia

Finita la globalizzazione: il ritorno degli Stati e la nuova economia dei blocchi

di Stefano Ricca

Avatar di Blast
Blast
ott 28, 2025
∙ A pagamento
4
Condividi

C’è stato un tempo in cui esistevano i no global. Li guardavamo in tv mentre sfasciavano le vetrine, dei pazzi nostalgici, gente che non aveva capito che il futuro era il mercato unico globale, la Cina nel WTO, le merci che girano senza confini. Poi c’erano quelli che dicevano che il mondo doveva andare avanti e guardavano i no global come dei teppisti con i dread e i foulard al collo.

Ma la vera domanda, vent’anni dopo, al di là dei no global è un’altra: che senso ha avuto il G8? Otto Stati che si riunivano per decidere le sorti del mondo, con tanto di summit, comunicati finali, foto di gruppo. E poi? Cosa hanno deciso davvero? La globalizzazione è andata avanti per inerzia, non per visione. Il G8 non ha governato un bel niente, ha solo certificato quello che stava già accadendo: la finanza che comandava sulla politica, la Cina che diventava la fabbrica del mondo, le aziende che correvano dove costava meno.

I no global non avevano le risposte, ma quelli che li deridevano non avevano nemmeno le domande giuste. Applaudivano a un sistema che in realtà era solo un foglio Excel: produci dove costa meno, vendi dove rende di più. Punto. Nessuna visione del mondo, nessun progetto. Solo ottimizzazione dei costi.

Vent’anni dopo quelle stesse aziende che correvano in Cina stanno rientrando. Quindi non è che i no global avessero capito tutto. Erano gli altri che non avevano capito niente.

I dati? Nel 2008 il commercio mondiale era il 61 per cento del PIL globale. Nel 2024 è sceso al 52 per cento. Dopo la pandemia e l’Ucraina, la frammentazione è esplosa: il 25 per cento degli scambi globali ha oggi barriere, dazi, restrizioni che tre anni fa non c’erano. Gli Stati Uniti con il Chips Act hanno detto “prima l’America”, la Cina ha risposto con il suo “dual circulation plan”, l’Europa… beh, l’Europa ha fatto quello che fa sempre: riunioni, tavoli tecnici, dichiarazioni solenni.

I sussidi industriali pubblici hanno raggiunto 1.300 miliardi di dollari nel 2024. Gli USA ne assorbono il 40 per cento. È la fine del dogma del libero mercato: oggi contano le filiere controllate, le scorte strategiche, i capitali “amici”. È tornata la politica. E con lei sono tornati gli Stati.

Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni

Iscriviti a Blast - Quotidiano di diritto economia fisco e tecnologia per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.

Già abbonato a pagamento? Accedi
© 2025 Maggioli
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia il tuo SubstackScarica l'app
Substack è la casa della grande cultura