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Economia

Fame di feedback: giudizio o strumento di crescita?

di Chiara Forino

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Blast
set 03, 2025
∙ A pagamento
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“Dobbiamo rivedere il tuo italiano”. Una frase secca, senza alcun chiarimento, che mi colpì come uno schiaffo quando la persona per cui lavoravo mi restituì un documento che avevo predisposto. Pur essendo abbastanza sicura di scrivere bene, per indole tendo a mettermi in discussione, per cui ricordo che tornai in fretta alla mia scrivania “con la coda tra le gambe”, ansiosa di capire quali madornali errori avevo commesso per meritare un giudizio così impietoso. Risultato? Un paio di virgole spostate, qualche refuso di battitura e dei commenti, quelli sì, scritti in modo sgrammaticato e frettoloso.

Non so perché quella persona fu così sprezzante con me, quando sarebbe stato più efficace un feedback mirato, chiaro e rispettoso. Pochi mesi dopo cambiai lavoro, ma da quell’episodio è nata la fame di capire la discriminante tra feedback quale preziosa risorsa e problema devastante nel contesto organizzativo.

Ricevere feedback è infatti una costante della vita, dalle prime esperienze scolastiche fino alla pensione (e oltre), ma, come spesso accade alle tematiche relative alla comunicazione, le modalità con cui si danno i feedback sono spesso lasciate alla sensibilità del singolo individuo o a precisissime quanto asettiche procedure aziendali fatte di “one to one”, valutazioni matriciali e “score”.

Nella nostra lingua il termine inglese è stato adottato senza alcuna variazione, poiché le possibili traduzioni proposte dal dizionario risultano utilizzate solo in limitati ambiti scientifici, come nel caso di “retroazione” o hanno un significato completamente diverso, come “restituzione”. Word suggerisce “riscontro”, ma, sinceramente, non suona affatto bene.

Anche l’etimo è affascinante: deriva dall’unione del verbo “to feed”, nutrire, e della parola “back”, indietro. Una traduzione letterale potrebbe quindi essere “restituire nutrimento”, con un’azione che descrive, in modo quasi poetico, un momento di confronto mirato alla crescita tra chi ha compiuto un’azione e chi restituisce un punto di vista su come questa azione è stata svolta.

Ora, pensiamoci un attimo: quante volte abbiamo ricevuto giudizi generici, vaghi, o travestiti da feedback, che più che aiutare confondono? Quante volte la domanda: “Come avrei potuto dirlo meglio?” è rimasta insoddisfatta, come la nostra fame di miglioramento?

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