Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha finalmente ricevuto la comfort letter dalla Commissione Europea, ovvero il parere positivo sulle nuove norme fiscali per gli Enti del Terzo Settore (ETS) e le imprese sociali.
Il 7 marzo, infatti, la Commissione UE ha dato il via libera alle misure fiscali previste dalla riforma del Terzo Settore e l’8 marzo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il relativo comunicato stampa.
Ma perché questo provvedimento, che entrerà in vigore solo nel 2026, sta suscitando così tanto interesse? In Italia siamo abituati a rinvii e proroghe, quindi perché l'approvazione dell’UE è così significativa?
Questa approvazione è determinante perché certifica la conformità della normativa italiana al diritto comunitario, rafforzando la legittimità della riforma e garantendo stabilità e certezza agli ETS.
Il 2026 sarà l'anno di riferimento per molti enti che ancora devono adeguarsi al Codice del Terzo Settore. Infatti, nel corso del 2025, questi soggetti per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dal CTS, dovranno:
avviare il percorso di aggiornamento statutario per adeguarlo alle disposizioni del CTS; potrebbe essere necessario modificare gli scopi dell'ente, la sua organizzazione interna, le modalità di funzionamento e altri aspetti statutari;
regolamentare la governance; potrebbe essere necessario definire ruoli e responsabilità, stabilire procedure decisionali, adottare regolamenti e codici etici e garantire la trasparenza.
adeguarsi alle nuove impostazioni contabili e dei bilanci; gli enti dovranno adottare i nuovi modelli, i nuovi principi contabili e le nuove procedure, adeguando i loro sistemi informativi.
L’applicazione della normativa sarà soggetta a controlli più rigorosi per assicurare che gli ETS operino effettivamente in ambito no profit, evitando abusi.
Le novità principali
Le norme tributarie per gli ETS sono contenute negli articoli 79, 80, 83 e 86 del Titolo X del D.Lgs. 117/2017 (Codice del Terzo Settore – CTS) e nell’articolo 18, commi 1 e 2, del D.Lgs. 112/2017. Queste misure comprendono agevolazioni relative alle imposte indirette, deduzioni e detrazioni per le erogazioni liberali a favore di ETS e imprese sociali.
Tuttavia, le norme del D.Lgs. 117/2017 non sostituiscono completamente quelle del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir), che rimangono applicabili in quanto compatibili.
L’entrata in vigore delle nuove regole risultava subordinata a due condizioni:
L'operatività del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), avvenuta il 23 novembre 2021.
L'autorizzazione della Commissione Europea al nuovo regime fiscale, ora ottenuta.
Con il via libera della Commissione, il quadro normativo per l’applicazione del nuovo regime fiscale è finalmente completo. Gli ETS iscritti al RUNTS potranno usufruire delle agevolazioni previste, rafforzando il loro ruolo nel perseguimento di attività di interesse generale.
Impatti chiave della riforma
Cessazione del regime ONLUS: il regime delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (ONLUS) verrà definitivamente abolito, con l’abrogazione del D.Lgs. 460/1997. Gli enti che attualmente operano sotto questo regime dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni del Codice del Terzo Settore.
Nuovo regime IVA: sarà introdotto un nuovo regime IVA per gli enti, un cambiamento rilevante che richiederà un adeguamento normativo da parte degli stessi.
Piena applicazione del Codice del Terzo Settore: dal 2026 tutte le disposizioni del CTS diventeranno operative, con regole uniformi su governance, rendicontazione e attività degli ETS.
Consolidamento delle agevolazioni fiscali: le agevolazioni fiscali previste saranno pienamente operative, garantendo maggiore stabilità agli enti e consentendo una migliore pianificazione a lungo termine.
Il valore del terzo settore e il riconoscimento europeo
L’approvazione della Commissione Europea evidenzia il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dagli ETS, che contribuiscono significativamente al benessere sociale in ambiti come assistenza, cultura, ambiente e cooperazione internazionale.
Inoltre, il Terzo Settore rappresenta un comparto economico di rilievo, capace di generare occupazione e valore aggiunto. Le agevolazioni fiscali sono pensate per incentivare ulteriormente queste attività, rafforzando la sostenibilità del settore.
Quali strategie adotteranno gli ETS?
Il via libera dell’UE segna un passo cruciale per il futuro del no profit. Ora gli ETS dovranno valutare le migliori strategie per massimizzare i benefici delle agevolazioni fiscali e garantire al contempo la sostenibilità delle proprie attività.
La sfida sarà riuscire a integrare le nuove regole nella propria operatività, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalla riforma per consolidare il proprio ruolo e il proprio impatto nella società.
Gli ETS saranno davvero pronti ad affrontare questa trasformazione, oppure il 2026 sarà lo spartiacque che distinguerà chi saprà adattarsi e crescere da chi rischierà di scomparire?