Sono giornate di intenso lavoro per la Legge di Bilancio 2026. Tra le varie proposte riemerge il tema delle case fantasma: immobili reali ma inesistenti al catasto.
L’emendamento mira a censire rapidamente circa quattro milioni di unità immobiliari mai dichiarate, tra abitazioni e fabbricati strumentali. Una lacuna che non altera solo il gettito Imu, ma incide anche su indicatori come l’Isee, rivelando quanto un catasto incompleto possa deformare la percezione della realtà economica - e sociale.
In base all’emendamento, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe affrontare un percorso graduale: prima lettere di compliance, poi richieste formali di aggiornamento e, da ultimo, l’attribuzione d’ufficio della rendita catastale per chi resta inadempiente.
Un meccanismo pensato per ristabilire ordine e trasparenza in un ambito che per troppo tempo è rimasto nell’ombra.
Caccia alle case fantasma nella Legge di Bilancio 2026
La proposta prevede l’attuazione della Riforma 1.12 del PNRR e segue le linee indicate nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica.
In sostanza, si punta a restituire coerenza a un catasto che, negli anni, ha smesso di riflettere fedelmente il territorio.
La misura mira a una ricognizione su larga scala dei fabbricati mai dichiarati, così da fare emergere le basi imponibili sfuggite al Fisco e ripristinare gli obblighi dichiarativi.
La regia dell’operazione spetterebbe all’Agenzia delle Entrate, che dovrà usare verifiche amministrative per individuare gli immobili non censiti. È un lavoro di mappatura che tenta di riallineare la geografia amministrativa a quella reale.
A questa fase dovrebbe seguire un percorso di comunicazioni progressive con i cittadini, pensato per guidare - e quando necessario sollecitare - la regolarizzazione.
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