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Economia

Dogane e commercio internazionale, la fine delle regole del gioco ed il ruolo WTO

di Ettore Sbandi

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Blast
nov 11, 2025
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Comunque vada la vicenda dei dazi USA e, soprattutto, qualunque sarà la reazione ed il punto di equilibrio che raggiungeranno le parti del commercio internazionale – dove sono annoverate, come protagoniste, non solo l’America e l’UE, ma anche la Cina, UK, il Giappone, la Russia, il Brasile o l’India – appare ormai certo che il punto di equilibro raggiunto sarà connotato da principi radicalmente diversi da quelli che abbiamo imparato a conoscere da quasi un secolo.

In questo frangente storico, che oggi conosce il suo picco storico ma che ha ragioni e fondamenta che sorgono da almeno un decennio, infatti, le basi del dialogo internazionale sono saltate e la comunità internazionale ha scelto di operare non più secondo regole condivise, ma settoriali, dividendo i Paesi partner, per così dire, tra Paesi amici, Paesi meno amici, Paesi nemici e Paesi meno nemici.

Forse, ogni oltre considerazione sui nuovi assetti, occorrerebbe definire le cose con il loro norme, edulcorato o sensazionalistico (questo lo scelga il lettore): tensione commerciale o trade war.

Ma se la fase è critica, la ragione è da ricercare anzitutto in un motivo, ossia a fine delle regole WTO, che peraltro si riflette, ancor più pericolosamente, in una serie di decisioni di diritto interno che stanno sempre più assumendo i contorni di decisione finalistiche, più votate alla persecuzione di criteri puntivi, più che ispirati dalla rigorosa applicazione del diritto.

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