All’inizio c’era solo un’idea: creare un sistema finanziario che non avesse bisogno di banche, né di autorizzazioni, né di fiducia delegata a un’autorità centrale. Un’idea nata nei forum, nei canali Discord e nei whitepaper condivisi tra sviluppatori e appassionati, dove si immaginava un’economia costruita su regole trasparenti e automatizzate. Non c’erano finanziamenti istituzionali, né venture capital pronti a investire. Solo una community distribuita, sparsa nel mondo, che raccoglieva fondi dal basso per dare forma a ciò che allora sembrava una provocazione: un sistema di prestiti, scambi e creazione di valore completamente decentralizzato.
Tra il 2017 e il 2018, da quell’energia collettiva sono nati progetti come MakerDAO e Compound, che per primi hanno dimostrato che era possibile ottenere liquidità o guadagnare interessi senza passare da una banca, creando nuovo valore e un modo completamente diverso di fare mercato.
Nel 2018, Uniswap ha rivoluzionato gli scambi decentralizzati introducendo il modello degli Automated Market Maker (AMM), facilitando il trading peer-to-peer senza order book tradizionali. In questi modelli al posto degli ordini tradizionali, viene utilizzata una formula matematica per determinare il prezzo degli asset. Gli utenti scambiano token direttamente contro una liquidity pool, cioè una riserva di token fornita da altri utenti (liquidity provider). Più token viene acquistato da una pool, più il suo prezzo aumenta secondo la formula (es. x*y = k su Uniswap). In questo modo, gli AMM permettono scambi attivi 24 ore su 24, senza bisogno di intermediari o controparti dirette, grazie a smart contract gestiti da una governance decentralizzata, spesso strutturata come una DAO.
Nel 2025, il mercato della DeFi continua a mostrare una crescita significativa. Secondo le stime, si prevede che il settore raggiungerà una capitalizzazione di 51,73 miliardi di dollari entro la fine dell'anno, con una crescita annuale composta (CAGR) del 10,98 per cento fino al 2030, un segmento ancora marginale se confrontato con i 250 trilioni della finanza tradizionale.
La DeFi oggi si presenta come un vero e proprio sistema finanziario parallelo, che replica – e in certi casi supera – molte delle funzioni tipiche della finanza tradizionale. Esistono piattaforme, come Uniswap o SushiSwap, che consentono a chiunque di scambiare token direttamente con altri utenti, eliminando completamente la figura dell’intermediario e ridisegnando il concetto stesso di mercato. Ci sono protocolli come Aave e Compound che permettono di prestare le proprie criptovalute per ottenere un rendimento, oppure di prenderle in prestito offrendo altre criptovalute come garanzia. All’interno di questo universo esistono anche meccanismi come lo yield farming, in cui gli utenti forniscono liquidità ai protocolli in cambio di ricompense, spesso sotto forma di nuovi token, spostando continuamente i propri asset tra le piattaforme alla ricerca del miglior ritorno possibile. Infine, c’è lo staking, una pratica che consiste nel bloccare i propri token a sostegno della rete, ricevendo in cambio una remunerazione periodica. Tutte queste attività non richiedono un conto in banca, né la fiducia in un istituto: basta un wallet digitale e la volontà di entrare in questo nuovo mercato.
Un mercato che funziona grazie agli smart contract, programmi autoeseguibili che operano su blockchain come Ethereum e che gestiscono in modo automatico le transazioni, le condizioni contrattuali e la redistribuzione degli asset, eliminando qualsiasi necessità di un intermediario umano. È attraverso questi contratti – e l’interazione diretta tramite portafogli digitali come MetaMask – che gli utenti accedono a un’infrastruttura che, a detta dei suoi molti sostenitori, è tanto “sicura” quanto trasparente.
Tuttavia, la DeFi non è priva di sfide. La sicurezza degli smart contract, la volatilità dei mercati e la complessità d'uso rappresentano ostacoli significativi. Inoltre, la promessa di decentralizzazione è messa alla prova dalla crescente influenza di attori con grandi quantità di token, che possono influenzare le decisioni di governance.
Dopo le criptovalute e le stablecoin, la DeFi rappresenta uno degli esempi più concreti e riusciti di applicazione della tecnologia blockchain. Nonostante le contraddizioni, i rischi tecnici e le dinamiche talvolta poco trasparenti, ha saputo costruire un sistema funzionante, capace di attrarre capitali, creare servizi e aprire spazi alternativi a quelli della finanza tradizionale. Ma sarà davvero in grado di innovarsi e mantenere fede alla sua promessa iniziale, portando una finanza più equa, accessibile e decentralizzata?