DAO. Tre lettere per una promessa ambiziosa: reinventare la governance. Le Decentralized Autonomous Organizations sono state presentate come il futuro della cooperazione digitale. Niente vertici, niente intermediari, nessuna autorità centrale: solo codice, regole scritte su blockchain e votazioni distribuite. Un sogno per molti, una rivoluzione per altri, il tutto in chiave algoritmica, con nuovi paradigmi di programmazione come token di governance, meccanismi di voto e quorum.
Secondo la narrativa originaria, le DAO avrebbero dovuto cambiare il modo in cui si prendono decisioni collettive, si gestiscono risorse e si costruiscono comunità. Dalla gestione di fondi, alla direzione di startup decentralizzate, passando per progetti artistici, scientifici, sociali, fino a finanziamenti, assunzioni e modifiche di protocollo: tutto doveva essere più trasparente, partecipato, efficiente.
Ma cosa è successo davvero? Quali sono gli usi concreti? Dove ha funzionato? E soprattutto: dove ha creato valore?
Se osserviamo la capitalizzazione di mercato complessiva dei principali progetti DAO, ci aggiriamo intorno ai 21,5 miliardi di dollari. Questo valore rappresenta la somma delle capitalizzazioni dei token associati alle principali DAO attive. Tra i più rilevanti troviamo Uniswap (UNI), Aave (AAVE), Maker (MKR), Curve DAO Token (CRV) e Compound (COMP).
A ben vedere, i principali progetti DAO attivi oggi – quelli che generano valore reale, attraggono utenti e capitali, e riescono a sostenere nel tempo una community – sono sostanzialmente progetti DeFi, ovvero appartenenti al settore della Finanza Decentralizzata, la cui capitalizzazione supera attualmente i 73 miliardi di dollari. Non si tratta di una coincidenza, ma di una conseguenza strutturale. Perché su blockchain, se si vuole davvero creare valore, bisogna muovere crypto-asset. E se si muovono asset digitali, serve una governance chiara, efficiente e automatizzata: esattamente il ruolo delle DAO. La DeFi è quindi l’ambiente naturale in cui le DAO non solo trovano applicazione, ma diventano indispensabili.
Basta guardare ai casi concreti: Uniswap, Aave, Compound, Curve, MakerDAO, Synthetix. Tutti progetti nati per offrire servizi finanziari decentralizzati – prestiti, exchange, derivati, stablecoin – e tutti gestiti attraverso DAO. In ognuno di questi casi, il token di governance permette agli utenti di votare su aggiornamenti del protocollo, allocazione dei fondi, incentivazione dei fornitori di liquidità o persino sul lancio di nuove funzionalità. La DAO non è un elemento decorativo, ma l’infrastruttura di controllo che regola e sostiene l’intero meccanismo.
Al contrario, i tentativi di creare DAO in ambiti non ‘finanziari’ raramente riescono a scalare o a sostenersi. Spesso mancano incentivi chiari, modelli economici solidi o community disposte ad assumersi la responsabilità delle decisioni. Molti di questi progetti si spengono per mancanza di attività, coinvolgimento o, semplicemente, capitale. Senza un modello sostenibile, molti progetti finiscono per assomigliare pericolosamente a schemi Ponzi.
Questo porta a una considerazione più ampia: in un ecosistema come quello della blockchain, dove il valore si misura in token, la governance distribuita ha senso solo quando è in grado di gestire e generare valore digitale reale. E questo valore, nella quasi totalità dei casi, prende la forma di un crypto-asset. Una DAO è utile solo se ha qualcosa da governare, e ciò che vale la pena governare è un protocollo che muove risorse, genera transazioni, distribuisce incentivi. In altre parole: DeFi.
La retorica delle DAO come strumento universale per la partecipazione e l’organizzazione collettiva ha senso solo quando incontra un mercato. E oggi, su blockchain, il mercato più maturo, liquido e concreto è quello ‘finanziario’. La governance algoritmica funziona, ma funziona quando è necessaria – e oggi lo è soprattutto per gestire valore, non per discutere astrattamente di modelli comunitari.
Per questo, i casi di successo delle DAO sono anche – e forse soprattutto – i casi di successo della DeFi. E per questo, ogni nuovo progetto che voglia emergere e sopravvivere nel mondo blockchain dovrà fare i conti con questo dato di realtà: senza un ecosistema economico sostenibile, senza un token che abbia una funzione e un mercato, una DAO resta solo un’idea elegante, priva di reale utilità.