Il 2025 ha visto tornare alla Casa Bianca Donald Trump, il quale, fin da prima del suo insediamento, ha minacciato di aumentare i dazi per i prodotti che arrivano dall’Europa e dalla Cina. Ma a preoccupare le aziende non sono solo le ripercussioni economiche che questa decisione potrebbe avere sulle esportazioni dall’Italia verso gli Stati Uniti. A tenere banco sono i costi energetici, che potrebbero determinare un danno economico all'intero sistema imprenditoriale del nostro Paese.
Il costo dell’energia per le imprese, nel 2024, in Italia si è attestato intorno a 100 euro al MWh, molto superiore rispetto alla media europea. Quest’anno il prezzo medio del gas si dovrebbe attestare intorno ai 50 euro MWh e questo porterebbe, secondo le previsioni della Cgia di Mestre, ad un aumento dei costi per le aziende intorno ai 14 miliardi di euro.
Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.
Costo dell’energia, l’impatto sulle aziende
Nel 2025 l’impatto delle bollette sul sistema imprenditoriale dovrebbe aumentare di 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024. A fare questa stima è la Cgia di Mestre, che quantifica in un 19,2 per cento l’aumento della spesa rispetto al 2024. Complessivamente le aziende dovrebbero spendere qualcosa come 85,2 miliardi di euro dei quali:
● 65,3 miliardi sono per l’energia elettrica;
● 19,9 miliardi è la spesa prevista per il gas.
Queste stime si basano su un costo medio dell’energia fissato in 150 euro per MWh e del gas a 50 MWh: in questo modo verrebbe mantenuto un rapporto di tre ad un uno fra le due tariffe, così come è avvenuto nel corso degli ultimi bienni. Per i consumi energetici si fa sostanzialmente riferimento ai dati del 2023, nella speranza che possano rimanere costanti anche nel corso di tutto quest'anno. Dando uno sguardo agli oneri che le aziende devono sopportare, appare chiaro che della maggiore spesa quantificata in 13,7 miliardi di euro prevista per il 2025 è così suddivisa:
● 9,8 miliardi di euro circa - pari ad un +17,6 per cento rispetto al 2024 - è da riferirsi all’energia elettrica;
● 3,9 miliardi di euro - con un aumento pari ad un +24,7 per cento - è da riferirsi al gas.
Giusto per fare un confronto con il 2024, le imprese hanno sostenuto un costo dell’energia pari a 100 euro per MWh, una cifra decisamente più alta rispetto a quella che è stata registrata negli altri paesi europei e in quelli che fanno parte dell’Unione europea. Rispetto alla Francia - dove si pagano 85 MWh - nel nostro paese il costo è superiore del 15 per cento.
A fare questi conteggi è il Centro Studi Unimpresa, che ha sottolineato come sui costi dell’energia il gap tra l’Italia e il resto dell’Europa continua a rimanere alto, anche se nel corso dello scorso anno è stato registrato un miglioramento.
“Il divario nel costo dell’energia elettrica tra l’Italia e i principali paesi europei rappresenta un grave svantaggio competitivo per le nostre imprese, soprattutto in un contesto economico già fragile - spiega Giuseppe Spadafora - vicepresidente di Unimpresa -. Mentre Francia, Germania e Spagna riescono a beneficiare di costi energetici significativamente più bassi, le aziende italiane continuano a pagare il prezzo di una struttura energetica inefficiente e fortemente dipendente dalle fonti fossili. Questa situazione penalizza non solo la competitività delle nostre eccellenze industriali, ma anche le piccole e medie imprese, cuore pulsante del nostro tessuto economico. È indispensabile affrontare con urgenza questo problema. Per ridurre i costi e garantire la sicurezza energetica del Paese, è necessario un piano strategico che preveda investimenti massicci non solo nelle fonti rinnovabili, ma anche nel nucleare. L’energia nucleare di ultima generazione rappresenta una soluzione concreta per assicurare una produzione stabile, sostenibile e competitiva, in linea con gli obiettivi di transizione energetica e con le esigenze del nostro sistema produttivo. Senza un intervento strutturale e deciso, il nostro sistema produttivo corre il rischio di subire un’ulteriore emorragia di competitività a vantaggio di altri Paesi europei che, al contrario, stanno investendo con decisione in politiche energetiche lungimiranti”.
L’Italia, uno dei Paesi nei quali l’energia è più cara
Stando alle analisi effettuate dal Centro Studi Unimpresa, l’Italia è uno dei Paesi nei quali l’energia è più cara, con una media complessiva pari a 212 euro MWh, contro i:
● 178,75 euro MWh della Francia;
● 169,75 euro MWh della Germania;
In Italia, inoltre, si registra una maggiore variabilità dei costi (+109,10 euro MWh), sintomo di una vulnerabilità strutturale, mentre la Spagna, grazie a una maggiore diffusione delle rinnovabili, ha registrato i costi più bassi e stabili.