Contrastare il cambiamento climatico è must per ogni azienda di successo
di Pierpaolo Molinengo
Quanto sono importanti le politiche per il contrasto al cambiamento climatico per le aziende e il loro successo? Secondo il 90 per cento dei manager non ci sarebbe alcun tipo di contrasto tra lo sviluppo e l’espandersi di una società e una politica green friendly. A raccogliere il parere di dirigenti e professionisti che hanno un ruolo di rilievo all’interno delle imprese ci ha pensato Deloitte, che ha raccolto le risposte nella ricerca “CxO Sustainability Report 2024 - Signs of a shift in business climate action”, per la quale sono stati sentiti oltre 2.100 chief experience officer (CXO) di 27 Paesi.
Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire quale sia l’orientamento dei professionisti.
L’importanza degli investimenti green per le aziende
La ricerca di Deloitte mette in evidenza come in Italia e nel resto del mondo nel 2024 siano aumentati gli investimenti green rispetto al 2023. Questo significa, in altre parole, che l’azione climatica guida sempre di più la creazione di valore. Ma non solo: acquisisce un ruolo centrale nelle strategie intraprese da molte aziende anche per i benefici che ne derivano, come il risparmio sui costi, la soddisfazione dei clienti, nuove entrate e l’innovazione dell’offerta. Oltre ad una maggiore resilienza della supply chain.
Le aziende si continuano ad impegnare per la sostenibilità. “Non c'è alcun segnale di rallentamento nell'impegno delle aziende per la sostenibilità - spiega Stefano Pareglio, presidente di Deloitte Climate & Sustainability -. E c’è anche ottimismo sulla propria organizzazione: il 93 per cento dei manager italiani e il 92 per cento a livello globale è convinto che il successo della propria azienda possa andare di pari passo alla riduzione delle emissioni di gas serra”.
In Italia per il 44 per cento degli intervistati il cambiamento climatico continua ad essere una delle priorità: a livello globale la percentuale scende al 37 per cento. In Italia le aziende ritengono che questo problema sia più urgente rispetto ad altri temi che, oggi come oggi, sono all’ordine del giorno in ambito aziendale, come l’innovazione, le prospettive economiche, l’incertezza geo-politica e le sfide legate alla supply chain. Quanto abbiamo visto fino a questo momento assume una maggiore rilevanza nel momento in cui si pensa che il 69 per cento degli chief experience officer ritiene che il cambiamento climatico possa avere un impatto elevato o molto elevato sull’azienda nell’arco dei prossimi tre anni. Gli intervistati ritengono che i cambiamenti più importanti possano essere costituiti da:
● il cambiamento dei modelli di consumo;
● le politiche green adottate a livello nazionale e internazionale;
● l’elevato costo delle risorse.
Sono molte le aziende italiane a segnalare il cambio di passo che è stato imposto dalle nuove metriche e dal reporting ambientale. Ma anche dall’aumento della pressione della società civile. Il 76 per cento dei dirigenti d’azienda italiani che sono stati intervistati hanno dichiarato di essere preoccupati per il cambiamento climatico. Siamo davanti, indubbiamente, ad una percentuale significativa ed in notevole aumento rispetto al 2023 (59 per cento), che è dovuta principalmente all’esperienza diretta di eventi estremi, come alluvioni, caldo estremo o siccità.
Cresce l’ottimismo sul contrasto al cambiamento climatico
Ad ogni modo gli intervistati sono molto più ottimisti sul contrasto al cambiamento climatico rispetto al 2023. L’87 per cento degli italiani - percentuale che cresce al 92 per cento volendo dare uno sguardo a livello nazionale - ritiene che a livello mondiale possano venire adottate delle misure sufficienti per evitare che si vengano a creare delle conseguenze più drammatiche.
“La fiducia è anche nei confronti dei benefici generati dall’azione climatica, che vanno molto al di là dell’impatto positivo sulla reputazione aziendale - si legge nel report -. Le imprese italiane, infatti, stanno riscontrando un risparmio sui costi, la soddisfazione dei clienti, le entrate provenienti da nuovi business, l’innovazione dell’offerta e delle operazioni, e una maggiore efficienza e resilienza della supply chain. Inoltre, ci sono i benefici attesi per i prossimi cinque anni, tra cui migliori margini operativi e una migliore brand reputation e recognition”.
Dato che il problema è sempre più urgente, l’azione climatica delle aziende è finita sotto la lente d’ingrandimento degli stakeholder. In Italia la pressione risulta essere più alta rispetto alla media globale: viene esercitata principalmente dagli investitori e dagli azionisti, ma anche da clienti, consumatori, membri del CdA e della società civile.
Questo è il motivo per il quale le aziende - sia quelle italiane che quelle globali -hanno iniziato ad adottare una serie di misure attraverso le quali centrare i loro obiettivi di sostenibilità, tra le quali ci sono sistemi per l’efficientamento energetico, l’uso di fonti d’energia rinnovabile, l’impiego di materiali sostenibili e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi rispettosi del clima.