CATTIVI PENSIERI (MA NON SEMPRE) - Il “socialometro” non è (probabilmente) una cosa seria, ma sicuramente lo è l’impiego dell’AI da parte dell’Agenzia
di Dario Deotto
In un convegno svoltosi questa settimana alla Camera dei deputati si è tornato a parlare di “socialometro”, cioè della possibilità di utilizzare, da parte dell’agenzia delle Entrate, dati “pubblicamente disponibili” nell’analisi del rischio fiscale.
Il riferimento va a quanto stabilito dal Dlgs 13/2024, in particolare dall’articolo 2, in relazione alla “razionalizzazione e riordino delle disposizioni normative in materia di analisi del rischio” fiscale.
Partiamo da una premessa. Il Dlgs 13/2024 (quello, per capirci, del concordato preventivo biennale) risulta attuativo delle disposizioni della legge delega di riforma n. 111/2023. Quanto all’articolo 2, esso attua le previsioni contenute, in particolare, negli articoli 2 e 17 della stessa legge di riforma fiscale, in relazione all’impiego dell’intelligenza artificiale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Probabilmente molti non lo hanno ancora compreso: si tratta di un tema davvero delicato e la sensazione è che già la stessa legge delega consideri l’IA prevalentemente uno strumento a favore dell’azione amministrativa (d’altronde, molti sanno chi è stata davvero la “penna legislativa”), mentre le garanzie a favore del contribuente rimangono piuttosto nell’ombra.
Ad ogni modo, come si riportava, l’articolo 2 del Dlgs 13/2024 provvede a dare una definizione all’analisi del rischio fiscale, stabilendo che in tale attività l’amministrazione può utilizzare anche dati “pubblicamente disponibili per associare, coerentemente a uno o più criteri selettivi, ovvero a uno o più indicatori di rischio desunti o derivati, la probabilità di accadimento a un determinato rischio fiscale”.
Traduzione: i dati “pubblicamente disponibili”, come quelli che risultano dai social, possono essere impiegati, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, per individuare i contribuenti verso i quali svolgere l’attività istruttoria.
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